Maria Rosaria Boccia e la diffida di un assessore campano: «Atti persecutori, mi ha detto di essere incinta»

La vicenda risale al 2018, dopo la fine della loro relazione. L’accusa di averlo inseguito a velocità folle con l’automobile. E la citofonata notturna a casa. Il ruolo di Arianna Meloni nel tentativo di dissuadere Sangiuliano nella frequentazione

L’imprenditrice e influencer Maria Rosaria Boccia ha ricevuto una diffida da un assessore di un paese della costiera amalfitana. Per atti persecutori. Al politico l’influencer aveva detto «di essere incinta». Come sembra sia successo anche con Gennaro Sangiuliano. Poi lo avrebbe tranquillizzato con un test di gravidanza: «Tutto bene. Negativo». Ma nonostante questo «gli atti persecutori e denigratori» sarebbero ripresi «in maniera sistematica e perdurante». La storia risale al 2018. È quindi precedente a quella dell’infermiera che l’avrebbe stalkerizzata tentando di dare fuoco alla sua porta di casa. Secondo l’assessore l’imprenditrice lo avrebbe anche «inseguito, tra l’altro a folle velocità» mentre questi era alla guida della sua auto.


La diffida per stalking

La storia la racconta oggi La Verità e l’assessore è indicato con le sue iniziali: M.M.. Nel 2018 le ha fatto recapitare dall’avvocato una diffida legale. L’articolo quindi racconta la versione del presunto stalkerizzato. Il legale G.D. Scrive: «La seppur breve “relazione” affettiva e stata interrotta per volontà unilaterale del mio assistito alla fine del mese di luglio scorso. Una fine che Ella mai ha accettato, atteso che a decorrere da13 agosto, giorno in cui comunicava telefonicamente al mio assistito di essere ‘”incinta”. per il signor M.M. iniziava un incubo che di fatto lo ha indotto a modificare radicalmente le proprie abitudini di vita, determinando un perdurante e grande stato di ansia o di paura». Tra le accuse c’è quella di averlo inseguito con l’auto a velocità folle. Ma anche quella di una presunta gravidanza.


La presunta gravidanza

L’assessore ha chiesto a Boccia una prova del fatto che fosse incinta: «Alla notizia della gravidanza, seppur improbabile, il mio assistito, coerentemente ai suoi valori culturali, nonostante ribadisse di non voler essere in alcun modo più impegnato in relazione sentimentale, Le faceva presente che si sarebbe comunque assunto le responsabilità del caso». Boccia avrebbe detto al politico: «Mi hai lasciata incinta per arrivare ai miei soldi e al mio ceto sociale, la tua casa è schifosa, posso comprarne dieci cosi, al tuo paese ti schifano tutti». E ancora: «M.M. anche in presenza di altri soggetti -individuati quali persone informate sui fatti- riceveva continuamente azioni altamente menomanti della libertà fisica oltre che morale».

La citofonata ripresa dalle telecamere

Un’altra accusa dell’assessore riguarda una citofonata a casa sua: 23 settembre 2018, a Salerno, la Boccia sarebbe stata ripresa dalle telecamere di sorveglianza del condominio dove viveva M.M. mentre citofonava «insistentemente circa sette/otto volte». Ma il politico, «accortosi che era» la Boccia «ad importunare, non rispondeva». Prosegue il legale: «Dopo qualche minuto, in maniera alquanto impertinente» la donna «iniziava anche a bussare alla porta di casa» e a telefonare. A queste chiamate «non seguiva risposta» anche perché l’uomo «a causa delle sue continue molestie telefoniche da agosto è costretto ad avere la vibrazione sul cellulare e non più la suoneria». Poi un’altra citofonata, stavolta in piena notte.

Il testo della diffida

Tutto ciò provocava all’assessore, secondo il suo legale, «un episodio di tachicardia e paura, essendo stato svegliato senza alcun motivo in piena notte». Si racconta poi del presunto inseguimento in auto. Alla fine arriva la diffida: «La intimo e diffido a far cessare, se in corso, e a non assumere piu alcun comportamento o atto persecutorio nei confronti del signor M.M,. Precisando sin d’ora che in caso contrario, verrà formalizzata nei suoi confronti apposita istanza di ammonimento […] indirizzata al Questore della Provincia di Salerno, a cui, nel caso di inottemperanza seguirà d’ufficio la denuncia, non rimettibile, all’autorità giudiziaria», ai sensi dell’articolo del codice penale che persegue gli atti persecutori.

Maria Rosaria Boccia e Arianna Meloni

Intanto Il Fatto punta il dito sul riferimento ad Arianna Meloni fatto da Bianca Berlinguer per spiegare il forfait dell’ultimo minuto di Boccia a È sempre Cartabianca. L’imprenditrice voleva tirare in ballo Arianna tra le possibili cause della sua mancata nomina. Al Fatto risulta anche che Arianna Meloni parlò proprio con Sangiuliano per cercare di convincerlo a cacciarla dal ministero. Senza esito. A giugno, secondo fonti citate dal quotidiano, è partito un alert nei confronti dello staff del ministro. Poi ci hanno provato quelli di Fratelli d’Italia. Ai primi di luglio è intervenuta la sorella della premier. «Quella signora è una pazza, devi allontanarla», avrebbe detto Arianna Meloni a Sangiuliano. Ora Palazzo Chigi vuole sentire di nuovo Sangiuliano. Per capire quando e come ha parlato di Arianna alla sua non-consigliera.

Foto copertina: ImagoEconomica

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