La battaglia tra Crosetto e i servizi segreti: le fughe di notizie, il dossieraggio, la «mancata cooperazione». E il caso finisce al Copasir

Il Fatto Quotidiano pubblica il verbale integrale delle lamentele consegnate a gennaio dal ministro a Cantone. Costretto a intervenire Palazzo Chigi

Fa un nuovo salto di qualità e diventa (almeno in parte) di dominio pubblico il contenuto dei sospetti che ministro della Difesa Guido Crosetto nutre nei confronti dei servizi segreti. Giorni fa era trapelato come il ministro si senta accerchiato, vittima di un complotto e per questo aveva chiesto il sostegno del governo. Che lo aveva apparentemente rassicurato. Sin qui era parso che le preoccupazioni di Crosetto vertessero soprattutto sul sospetto di una possibile partecipazione di funzionari dei servizi segreti al lavoro sotto traccia di dossieraggio per il quale sono ora indagati l’ex pm della Direzione Nazionale Antimafia Antonio Laudati e il tenente della Guardia di Finanza Pasquale Striano. Oggi emerge che i sospetti e le inimicizie di Crosetto sono più articolati e profondi. Stamattina il Fatto Quotidiano ha pubblicato infatti sulla sua edizione cartacea una sintesi del verbale che il ministro ha reso il 22 gennaio 2024 davanti al procuratore di Perugia Raffaele Cantone. «L’Aise non mi informa e nemmeno coopera», lamentava Crosetto in quel colloquio. Oggi il ministro ha parlato di «pericolosa ricostruzione del Fatto», insinuando che il quotidiano abbia distorto le informazioni. E così il giornale diretto da Marco Travaglio ha deciso di pubblicare (online) il testo integrale del verbale di Corsetto. Ecco cosa emerge.


Il verbale

Il 22 gennaio 2024 a Roma, davanti al procuratore Cantone, il ministro Crosetto spiega il perché sia preoccupato. Il ministro ritiene che l’Aise, Agenzia informazioni e sicurezza esterna, non l’avrebbe informato su fatti importanti. Di più. Quando riferisce di essere vittima di un complotto basato su fughe di notizie, riportate sulla testata Domani, fa capire di non stare proprio simpatico ai servizi segreti. Non è una connessione certa: solo una riflessione del ministro. A far drizzare le sue antenne sono in quel periodo due articoli del quotidiano edito da Carlo De Benedetti. Uno che racconta del colloquio finalizzato all’assunzione sostenuto dalla moglie del ministro con l’Aise nel 2019-2020. Il secondo invece tratta della casa dove il ministro viveva da mesi senza pagare l’affitto. «Le vicende relative all’assunzione nei Servizi sono coperte da segreto», rileva Crosetto parlando con Cantone.


Gli accertamenti chiesti al governo

«Non è vero che mia moglie non superò il colloquio. Fu anzi il contrario che non si presentò al successivo colloquio al quale era stata ammessa anche per mia contrarietà. Mia moglie aveva partecipato al colloquio in quanto aveva avanzato una richiesta formale via internet attraverso la cosiddetta “application“», spiega Crosetto. Che poi racconta di aver anche provato a contattare l’autore dell’articolo su Domani: «Quando contestai a Tizian che questa notizia era riservata lui non diede alcuna risposta e ovviamente si guardò bene dal dirmi da chi l’aveva avuta». Della pubblicazione e della sua preoccupazione aveva parlato anche con il sottosegretario del Consiglio dei ministri Alfredo Mantovano, con la premier Giorgia Meloni e con il direttore dell’Aise Gianni Caravelli. Aveva quindi chiesto un accertamento sulla vicenda perché sospettava che tutto fosse emerso dagli ambienti dei servizi. A gennaio 2024 Crosetto non poteva sapere ancora dell’esito degli accertamenti in atto del governo che sono arrivati solo qualche giorno fa con parere negativo.

I rapporti con l’Aise

Quando Cantone gli chiede se «è in grado di individuare vicende pregresse specifiche che possano consentire di ipotizzare l’eventuale attività di acquisizione di queste informazioni riservate», ovvero da dove possano provenire le informazioni oggetto della fuga di notizie. Crosetto risponde eludendo un po’ la domanda: «Non ho notizie specifiche ma i miei rapporti con l’Aise in precedenza non erano particolarmente buoni perché ho contestato in più di un’occasione mancate informazioni al Ministero della Difesa che avrebbero potuto anche creare problemi alla sicurezza nazionale». Un rapporto che si è andato logorando che però non è direttamente connesso con la fuoriuscita di informazioni. Infatti, il ministro ci va cauto per poi aprire un altro precedente con l’Aise: «Aggiungo senza voler lanciare accuse nei confronti di nessuno che ritengo che qualcuno mi abbia potuto anche considerare responsabile di mancate conferme in posizioni di vertice in società partecipate di Stato e mi riferisco a qualcuno che aveva avuto ruoli all’interno dell’Aise».

A chi si riferisce Crosetto?

Secondo il Fatto, le attese (disattese) di conferma di un vertice in una società pubblica farebbero pensare a Luciano Carta, ex direttore dell’Aise. Carta nel 2020, durante il governo giallo-rosso, era diventato presidente di Leonardo ma non era stato riconfermato da Meloni. Il posto nel 2023 è infatti andato a Stefano Pontecorvo.

Mantovano: «I Servizi leali alle istituzioni»

Dopo la pubblicazione del verbale il governo è corso subito ai ripari per evitare ulteriori insinuazioni sull’Aise. Il sottosegretario Mantovano ha comunicato in una nota ufficiale: «Ringrazio il generale Gianni Caravelli e gli uomini e le donne appartenenti all’Agenzia informazioni e sicurezza esterna, da lui diretta per lo straordinario lavoro svolto al servizio della Nazione. Ha contribuito a elevare il livello di sicurezza e di conoscenza da parte del Governo dei tanti scenari di crisi. Il contributo di Aise è frutto di competenze elevate e di lealtà verso le istituzioni». Un modo per distendere gli animi. Lo ha seguito quindi il protagonista dell’intera vicenda, il ministro Crosetto: «La nota del sottosegretario Mantovano, che ribadisce la sua piena fiducia nei servizi e in particolare verso l’Aise e i suoi vertici, è stata pienamente concordata tra di noi». E quindi ributta la palla nel campo del caso di dossieraggio con gli indagati Striano e Laudati per allontanare in modo definitivo lo scontro con i servizi: «È evidente che il tentativo di chi ha costruito la sua fortuna su rapporti poco coerenti e trasparenti tra pezzi di Stato ed alcuni quotidiani sia infastidito da una politica che non ha paura di presentarsi alla magistratura per esprimere le proprie preoccupazioni o per collaborare esponendo fatti. Come ho già detto, non bastano pochissime mele marce ad intaccare istituzioni con cui collaboro ogni giorno per difendere la nostra Repubblica e le nostre istituzioni».

Il faro del Copasir

La vicenda resta comunque piena di aspetti oscuri, e non rassicuranti se si considerano le ombre sui rapporti tra il ministro della Difesa e i servizi segreti. Non a caso in giornata è emerso che il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir) «si occuperà, con un ciclo di audizioni da programmare, del caso Crosetto-Aise».

Leggi anche: