Cosa c’è dietro il patteggiamento di Giovanni Toti: «Così riconosce i suoi reati»
«Ma non era innocente?». La scelta di Giovanni Toti suona come uno schiaffo per il centrodestra. La decisione di andare al patteggiamento con la procura per le accuse di corruzione impropria e finanziamento illecito ai partiti pesa sulla campagna elettorale in Liguria. Che fino a ieri era impostata sulla difesa dell’ex governatore. E che oggi dovrà cambiare. Toti ha accettato una pena di due anni e un mese, commutata in 1.500 ore di lavori socialmente utili. Più la confisca di 84 mila euro, prelevati dalle casse del suo Comitato. L’imputato ricorda che patteggiare «non vuol dire essere colpevoli». Anche se è implicita l’ammissione dell’accusato. Esattamente quello che dice il candidato del centrosinistra alla Regione Andrea Orlando: «Si tratta di un implicito riconoscimento di responsabilità».
La riabilitazione
Se il tribunale darà l’ok al patto con la procura, Toti otterrà la riabilitazione completa. E la possibilità di tornare a fare politica e a candidarsi alle elezioni. Nel frattempo potrà tornare a fare il giornalista ma non potrà lasciare l’Italia. La sospensione dai pubblici uffici varrà finché la pena non sarà scontata. Sceglie la stessa strada anche l’ex presidente del Porto di Genova Paolo Signorini. L’accordo con la procura prevede tre anni e cinque mesi di pena. E presto potrebbe seguire la stessa strada anche Aldo Spinelli. Toti oggi spiega al Corriere della Sera che fare un accordo «non vuol dire riconoscere le proprie colpe ma trovarsi a metà strada. Anzi, in questo caso molto oltre la metà. Hai la soddisfazione di veder riconosciute molte delle tue ragioni». Dice di essere passato «da Al Capone ad aver parcheggiato l’auto in divieto di sosta». E dice che il sindaco di Genova Marco Bucci sapeva della sua decisione.
Non contentissimi
Mentre gli alleati di centrodestra vengono dipinti come «non contentissimi» della decisione. Ma lui ribatte accusandoli di averlo lasciato solo: «Non ho visto un lungo corteo accompagnarmi verso il Golgota. In tutta franchezza, quando mi sono girato con la croce sulle spalle ho visto il vuoto dietro di me». Ma Bucci, in un’intervista a Repubblica, dice l’esatto contrario: «Non sapevo nulla del patteggiamento, ma è una sua scelta. Per me come candidato non cambia nulla». Il sindaco in campagna elettorale anche se malato di cancro – e con la moglie che lo definisce «un incosciente» – ricorda che deve fare immunoterapia il 27 settembre e poi a fine ottobre: «Per il resto sono libero e faccio campagna elettorale». Intanto i retroscena dipingono un centrodestra spiazzato per la decisione dell’ex governatore.
Come l’ha presa il centrodestra
Tra i più irritati ci sarebbe Matteo Salvini, che ha dissimulato a fatica lo sconcerto. A destra ci si interroga sulle ragioni di Toti. E c’è chi la definisce una vendetta dell’ex governatore perché si è trovato solo. E per non aver visto come premiata la scelta di non puntare su Ilaria Cavo, a lui vicina, come candidata contro Orlando. La sua lista non correrà alle elezioni regionali. I candidati pensavano di confluire nella lista civica di Bucci.
Ma dopo quello che è accaduto potrebbe esserci un ripensamento. «Giovanni ha passato mesi ad auto raccontarsi come martire della giustizia, ci ha portato a gridare al golpe, e ora patteggia? O voleva fare promozione al suo libro in uscita, o ha sbagliato», è la voce più sentita. Il Cerchio Magico totiano replica secco: «Se i partiti del centrodestra si fossero schierati davvero con lui, allora sì, avrebbe potuto andare avanti e affrontare il peso di otto anni di processo: ma così chi glielo fa fare? Ha tutta la vita davanti per investire su altro».
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