Helen Comin, morta per un intervento estetico al seno a Castelfranco: «È inspiegabile, stava benissimo»

Era madre di quattro figli e già nonna. L’intervento per la sostituzione delle protesi mammarie dopo 10 anni

Helen Comin, madre di quattro figli, è morta a 50 anni dopo un intervento chirurgico estetico al seno. Era stata operata il 5 settembre alla DiViClinic di Castelfranco Veneto. Voleva sostituire le protesi mammarie a 10 anni dal primo intervento. Dopo l’operazione, dice chi l’ha vista nel reparto, era in «ottime condizioni». Ma un’ora dopo l’intervento si è manifestata una crisi cardiaca. La donna è finita in rianimazione d’urgenza. E subito dopo ricoverata in terapia intensiva all’ospedale di Castelfranco. Cinque giorni dopo il suo cuore si è fermato. Ed è scattata l’inchiesta. I primi indagati per il il reato di omicidio colposo sono il professor Antonio Di Vincenzo, il chirurgo che è anche titolare della clinica privata, e l’anestesista Fabio Toffoletto.


Il marito

Stefano Lago, il marito, non si rassegna: «Voglio la verità, voglio sapere perché è morta mia moglie. Era una donna sanissima, com’è potuto accadere?». Lago è imprenditore, titolare della Lago Inox Design di Galliera Veneta (Padova). Il pubblico ministero che indaga è Giovanni Valmassoi. La sostituzione delle protesi mammarie dura poco più di un’ora e viene eseguita sempre in regime di anestesia totale. Negli esami propedeutici, sostiene la clinica, non erano emerse criticità. Ed Helen nell’ultimo anno era diventata nonna, dopo la gravidanza della figlia maggiore. L’unica ipotesi che per ora viene scartata è quella di un reazione allergica, che non potrebbe essersi manifestata con problemi cardiaci. L’arresto cardiaco aveva provocato una ipossia, cioè la mancanza di ossigenazione ai tessuti cerebrali. Poi la morte, per ora inspiegabile.


L’autopsia

L’autopsia, condotta ieri pomeriggio all’obitorio dell’ospedale castellano dal medico legale Claudio Terranova, di Padova, non avrebbe rilevato alcuna relazione evidente tra l’intervento chirurgico e l’arresto cardiocircolatorio sopraggiunto in fase postoperatoria, e dunque sarà necessario condurre analisi più approfondite sui tessuti e sui fluidi prelevati dalla salma

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