L’incontro tra Mario Draghi e Marina Berlusconi «è un pizzino a Giorgia Meloni»

I tempi e le modalità di uscita. E i rapporti sempre più conflittuali tra la premier e la famiglia B. Il sospetto di un inciucio con il Pd

L’incontro è andato in scena mercoledì 11 settembre in Corso Venezia a Milano. Gli uffici della Fininvest l’hanno comunicato soltanto ieri. Il faccia a faccia tra Marina Berlusconi e Mario Draghi in casa della primogenita di Silvio è servito a «uno scambio di vedute programmato da tempo». Oltre che per «una conoscenza reciproca» che evidentemente fino a ieri mancava. C’era anche Gianni Letta, l’ex braccio destro del Cavaliere durante la sua carriera politica. E per questo si parla di un messaggio a Giorgia Meloni. Di più: un «pizzino», addirittura. Per i tempi e per le modalità di uscita della notizia. E per i rapporti sempre più conflittuali tra la premier e la famiglia Berlusconi. Che nell’occasione è stata anticipata: lei vedrà l’ex presidente della Banca Centrale Europea la prossima settimana.


Un pizzino

Un pizzino è un messaggio scritto a mano o a macchina con cui il mafioso comunica con i suoi affiliati. Di solito viene recapitato a mano e viene strappato o bruciato dopo che è stato letto. La decisione di Marina di far sapere dell’incontro arriva dopo che Meloni aveva fatto trapelare irritazione per l’invito a Maria Rosaria Boccia della trasmissione Mediaset È sempre Cartabianca. Ma i figli di Berlusconi vogliono mandare un messaggio, spiega oggi Il Fatto. Nella nuova Legge di Bilancio niente tasse sugli extraprofitti sulle banche. E nemmeno sulle assicurazioni, come aveva ventilato nei giorni scorsi il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. La famiglia Berlusconi non vuole nemmeno che il governo innalzi il tetto degli spot alla Rai o decida di privatizzarla in tutto o in parte. Perché non vuole altri concorrenti nel suo business.


La freddezza di Palazzo Chigi

L’incontro è stato preso con freddezza a Palazzo Chigi. Perché Draghi rappresenta una delle figure più temute da Meloni. Ma anche perché nel clima di complotto che regna nell’entourage della premier c’è la paura che i Berlusconi si stiano muovendo verso un nuovo “inciucio” con il Partito Democratico. Per far tornare Draghi e disarcionare Meloni. Ed è visto con sospetto anche l’attivismo di Antonio Tajani dentro Forza Italia per i diritti civili. Mentre la consigliera recordwoman di preferenze a Roma Rachele Mussolini lascia il partito proprio per Forza Italia. E ci si mette pure Mediaset: dal 15 settembre lancerà una campagna tv per celebrare «il valore della diversità e dell’inclusione».

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