Open Arms, l’arringa di Salvini sui social: «Mi dichiaro colpevole di aver difeso l’Italia» – Il video
Il leader della Lega Matteo Salvini affida ai social la sua “arringa difensiva” dopo la richiesta di condanna dei giudici di Palermo nel processo Open Arms con un video: «Mi dichiaro colpevole di aver difeso l’Italia». Oggi, 14 settembre, il pm ha chiesto per lui sei anni di reclusione con le accuse di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio. Nel luglio 2019 l’attuale vicepresidente del Consiglio che allora era ministro dell’Interno impedì lo sbarco a Lampedusa della nave Open Arms con 147 migranti a bordo. L’arringa del leader della Lega arriva mentre gli alleati di governo, a partire dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, prendono le sue difese.
«Per la sinistra difendere i confini è reato»
«Matteo Salvini, nato a Milano il 9 marzo 1973, vicepresidente del Consiglio e ministro dell’Interno da giugno 2018 a settembre 2019. Oggi sono a processo e rischio il carcere perché in Parlamento la sinistra ha deciso che difendere i confini italiani è un reato». Inizia così la testimonianza del ministro delle Infrastrutture, volto serio su un cupo sfondo nero. La vera arringa della difesa sarà pronunciata a Palermo il 18 ottobre dall’avvocata (ed ex ministra) Giulia Bongiorno.
Viaggio della speranza
Salvini fornisce una sua ricostruzione del viaggio della nave: «Il 29 luglio 2019 una nave spagnola di una ong spagnola, la Open Arms, salpa da Siracusa diretta a Lampedusa. A Lampedusa non arriverà mai. Improvvisamente cancella la destinazione dal diario di bordo e si dirige verso le coste libiche. Il 1º agosto riesce a intercettare un barcone con dei clandestini a bordo. Da quel momento comincia a navigare per il Mediterraneo, raccogliendo altri clandestini e puntando verso l’Italia. Il 20 agosto arriverà davanti alle coste siciliane con 164 clandestini a bordo». Delinea quindi i motivi del suo rifiuto: «Nei giorni precedenti aveva testardamente rifiutato ogni richiesta di aiuto, di soccorso, di sbarco in porti diversi rispetto a quelli italiani. Hanno detto di no alla Tunisia, hanno detto di no a Malta hanno detto di no perfino allo Stato di bandiera, cioè alla Spagna. Più di venti giorni di navigazione nel Mediterraneo, trattenendo a bordo tutti questi clandestini quando per raggiungere la Spagna sarebbero bastate 72 ore. Questa nave spagnola ha rifiutato per ben due volte lo sbarco dei clandestini in due porti messi a disposizione dalla Spagna e ha rifiutato addirittura il soccorso di una nave militare inviata dal governo spagnolo durante la navigazione nel Mediterraneo».
«Feci sbarcare malati, donne incinte e minori»
«Della Open Arms abbiamo sempre soccorso e fatto sbarcare malati, donne incinte e minori a bordo», riporta Salvini. Che ricorda anche la condivisione dell’operato a livello governativo: «Insieme ai colleghi di governo abbiamo firmato il divieto di ingresso nelle acque territoriali italiane». Arriva poi la rivendicazione: «Grazie alla mia azione di governo erano diminuiti sbarchi, morti e dispersi nel Mar Mediterraneo. Nell’anno precedente al mio arrivo gli sbarchi di clandestini erano stati 42.000 e 700. Durante il mio mandato al ministero dell’Interno gli sbarchi si erano ridotti fino a 8691. Dopo di me gli sbarchi purtroppo tornarono a salire, superando quota 21.000 nello stesso tempo».
«Non potevamo più essere il campo profughi di tutti»
Salvini rivendica ancora una volta la sua linea politica: «A questa nave spagnola non è mai stata impedita la possibilità di andare ovunque, tranne che in Italia, perché non potevamo più essere il campo profughi di tutte». Infine, arriva la risposta alle opposizioni: «Mai nessun governo e mai nessun ministro nella storia è stato messo sotto accusa o processato per aver difeso i confini del proprio Paese. L’articolo 52 della Costituzione italiana recita “La difesa della patria è sacro dovere del cittadino”. Mi dichiaro colpevole di aver difeso l’Italia e gli italiani. Mi dichiaro colpevole di aver mantenuto la parola data». E il filmato ha pure i suoi titoli di coda: il testo dell’articolo 52 citato, petto in fuori, da Salvini.
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