Trump e gli immigrati di Springfield, la crociata continua: «Stanno prendendosi la città, dovremo deportarli tutti»

Il candidato Repubblicano continua a cavalcare l’onda della fake news lanciata nel dibattito tv con Harris: «Ci stanno invadendo, la gente ha paura»

Una boutade? Una provocazione durata lo spazio di pochi secondi? Macché. Dopo aver scatenato un polverone politico e un’ondata infinita di meme sui social, Donald Trump pare essere rimasto prigioniero della sparata sugli «immigrati di Haiti che mangiano cani e gatti a Springfield». L’ex presidente e candidato Repubblicano aveva lanciato l’accusa, immediatamente neutralizzata come fake news dal moderatore, nel corso del dibattito tv di martedì notte con Kamala Harris. A suggerire a Trump la sparata anti-migranti, hanno poi chiarito i media Usa, sarebbe stata l’influencer di destra e beniamina del tycoon Laura Loomer, nota per veicolare tesi complottiste senza fondamento sui temi più disparati. Lanciata la provocazione, però, Trump ha deciso di stare al gioco, anzi di rilanciare ulteriormente nei comizi dei giorni successivi. Arrivato a Las Vegas, sabato sera, ha ribadito ai cronisti che Springfield, la cittadino dell’Ohio tirata in ballo, «sta venendo conquistata dai migranti illegali: è una cosa terribile, era una splendida città e ora sta attraversando l’inferno». Trump ha anche aggiunto di non sapere nulla delle minacce di ordigni segnalate nei giorni scorsi in città propria a seguito della sua affermazione incendiaria.


L’invasione e la «deportazione più grande della Storia»

«La vera minaccia è quel che sta accadendo ai nostri confini», aveva detto ieri Trump dalla California. Dov’è andato giù pesantissimo con la retorica anti-immigrati, come riporta la Cnn. «La gente in Ohio è spaventata. Le cose vanno di peggio in peggio, è come un’invasione, e dovremo mettere in atto la più grande deportazione nella storia del nostro Paese. E inizieremo da Springfield e Aurora». Più tardi, da un altro comizio a Las Vegas, altre bastonate simili: «Siamo sotto invasione come fosse di un esercito, solo che è molto più difficile da molti punti di vista perché non portano un’uniforme, non sai esattamente con chi diavolo stai combattendo». Morale, Trump promette a chi lo segue dal vivo o dai suoi canali di essere presto «il presidente dei confini». Resta da capire se l’elettorato Usa lo seguirà in questa surreale crociata, o se il candidato Repubblicano si sia infilato in un vicolo cieco auto-generato con la clamorosa fake news su Springfield.


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