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15 Settembre 2024 - 14:30 Gabriele Fazio

Side Baby – Leggendario

Non troviamo niente di leggendario in Leggendario, se non fosse per la noia nel sentire, ancora una volta, sempre le stesse storie. Ascoltiamo il disco con attenzione e ci rendiamo conto che fino alla traccia numero 10 non abbiamo ascoltato altro che una versione diversa (solo vagamente in realtà) della stessa identica canzone, che parla della stessa identica cosa, con gli stessi identici termini. Ma controlliamo, no, non è un concept album, non è una spericolata provocazione, è proprio l’incapacità cronica di andare oltre, di raccontare una storia che sia anche solo lontanamente diversa da quelle raccontate da quando esiste, sia segnato di nero quel giorno, un Side Baby nella nostra discografia. In un’intervista con Open ha dichiarato che si tratta di storie vere, che anche se figlio di papà regista e sceneggiatore di numerosi e meravigliosi film (quelli di Paolo Virzì in particolare) e di talentuosissima attrice, in realtà lui ha fatto la vita della strada. Ok, fatichiamo un pò a trattenere il sorriso ma va bene, ma il problema non è la fedina penale di chi scrive una canzone, il problema sono sempre le canzoni e quelle di un certo tipo di trap (attenzione, è molto importante per navigare con le giuste coordinate in questa nuova discografia: non tutta) vanno oltre il fatto male, il brutto, abbracciando calorosamente il mortificante. Di leggendario in questo disco infatti troviamo solo la sfacciata, probabilmente anche inconsapevole, presunzione nel volerlo pubblicare, nel voler dar vita a canzoni che non ne hanno di vita, ma sono solo egoriferimenti fasulli, fasulli anche se e quando autentici. Fai utilizzo di droghe, embé? Hai visto armi e non solo dentro la fondina di un carabiniere per strada, embè? È mai possibile incidere tre album nei quali si parla sempre e solo di questo? Fortunatamente ad un certo punto arriva la traccia numero 11, si intitola Bonnie & Clyde, è cantata assieme alla bravissima Mew, improvvisamente le nuvole si aprono come in un film della Marvel, la canzone ha un senso, ha una certa forza, una sicura autenticità. No, non parliamo di Via con me di Paolo Conte, nè de’ La costruzione di un amore di Fossati, solo di una canzone normale, finalmente viva e vegeta, che non si appoggia sui soliti facili cliché. In un disco di Side Baby. Miracolo. Tutto il resto, salvo l’aleggiare ammirevole di una descrizione piuttosto realistica di quella Roma che non viene raccontata nelle cartoline, è letteralmente da buttare, letteralmente inutile. Niente che non ci abbia stufato già diversi anni fa. Che già anni fa capivamo fino ad un certo punto ma oggi, con il passare del tempo, con il passare dei trend, con la musica che si evolve a velocità stratosferiche, proprio non accettiamo.