Bianca Balti ha un cancro alle ovaie al terzo stadio. Il ginecologo Scambia: «Ci sono ottime possibilità di trattamento»

L’annuncio della modella dall’ospedale: «Ho un lungo viaggio davanti a me, ma so che sconfiggerò questa cosa»

La modella Bianca Balti ha rivelato di aver un cancro alle ovaie al terzo stadio, ma che sta affrontando la malattia con determinazione e speranza. In un post su Instagram, scritto da una stanza d’ospedale, ha raccontato di essersi presentata al pronto soccorso a causa di un forte dolore addominale, che si è poi rivelato essere un tumore. Nonostante la paura e il dolore, si dice pronta a intraprendere un lungo viaggio per combattere la malattia: «Ho un lungo viaggio davanti a me, ma so che sconfiggerò questa cosa». E il ginecologo e direttore scientifico della Fondazione Policlinico Agostino Gemelli Irccs, Giovanni Scambia, si dice ottimista riguardo al trattamento del tumore ovarico di cui è affetta la modella.


Visualizza questo post su Instagram


Il medico: «Le possibilità di cura sono positive»

Il medico sottolinea, infatti, che le possibilità di cura per questo tipo di tumore sono molto buone, grazie all’avanzamento delle terapie disponibili. Oltre alla chirurgia, spiega, si possono utilizzare farmaci chemioterapici e inibitori Parp, particolarmente efficaci per le pazienti con mutazioni del gene Brca, come nel caso di Balti. Due anni fa, la modella si era già sottoposta a una doppia mastectomia preventiva, dopo aver scoperto di essere portatrice della mutazione genetica Brca1, che aumenta il rischio di sviluppare tumori al seno e alle ovaie. «Oggi siamo in grado ci curare molto meglio questo tipo di tumore e in molti casi otteniamo la guarigione delle pazienti. Balti fa bene dunque ad essere ottimista in merito alla sua condizione clinica», dichiara il ginecologo.

Come prevenire

Il dottore evidenzia poi anche l’importanza della prevenzione, soprattutto per le persone portatrici della mutazione del gene Brca, che aumenta il rischio di tumori ovarici e mammari. In questi casi, è cruciale «considerare interventi come l’ovarectomia profilattica (asportazione delle ovaie, ndr), per ridurre il rischio». E ricorda l’importanza di fare controlli specifici per riuscire a identificare in tempo le pazienti con questo tipo di mutazione, specialmente se si ha una storia familiare di tumore al seno o alle ovaie.

Leggi anche: