La guerra tra Conte e Grillo dai 300mila euro di consulenza allo statuto. Il fondatore: «Ricatti». L’ex premier: «Ma nessuna scissione»

Il botta e risposta tra i due dopo una lettera che ha mandato su tutte le furie il garante del M5

Lo scontro tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte all’interno del Movimento 5 Stelle si è intensificato, con accuse reciproche che gettano ombre sul futuro del movimento. Grillo si è detto profondamente infastidito e deluso, accusando Conte di volerlo eliminare dal processo decisionale attraverso manovre che definisce quasi «ricattatorie». Ma l’ex premier non ci sta. «Non troverete mai una mia dichiarazione o un atto che attesti la mia volontà di far fuori Grillo. Ma nessuno può ostacolare o impedire il processo costituente», dichiara oggi in un’intervista a La Stampa. Ma per quanto riguarda il rischio di una scissione all’orizzonte, Conte frena. «Sarebbe una contraddizione con la storia del M5S, nato per realizzare la più ampia partecipazione popolare. Proprio ora che stiamo facendo questo esperimento rivoluzionario di democrazia partecipativa? Non vedo questo rischio», afferma.


La replica di Conte alle accuse

A chi punta il dito contro di lui, accusandolo di voler allontanare il Movimento 5 Stelle dalle origini, risponde: «Di quali origini parliamo? Quando io mi sono iscritto, il Movimento aveva già cambiato tante regole e impostazioni iniziali. Ma è normale che accada: l’evoluzione del quadro storico, politico, sociale impone una continua evoluzione, tanto più a una forza che si definisce in movimento». E conclude: «La verità è che stiamo recuperando il vero principio fondativo per cui è nato il M5S: la democrazia partecipativa».


Lo scontro tra i due culminato con quella lettera di Conte

A far culminare il conflitto tra i due c’è stata una lettera che l’ex premier ha inviato nei giorni scorsi a Grillo, dove vengono affrontati soprattutto due punti chiave. Uno fa riferimento alla consulenza da 300mila euro che Grillo riceve per la comunicazione del Movimento e, l’altro, che è ancora più delicato e riguarda alcune modifiche fondamentali del movimento, come il vincolo dei due mandati, il nome e il simbolo del M5S. Tutte possibili modifiche che grillo non sembra digerire. Così come non sembra aver preso bene neanche altre decisioni di Conte, come la sua partecipazione a eventi di partito che hanno coinvolto esponenti della sinistra, interpretata come una manovra per escludere lui e la «Comunità 5 Stelle» da scelte cruciali. Il fondatore, parlando a Il Fatto Quotidiano, si dice convinto che il processo costituente in atto sia una «farsa» progettata per metterlo ai margini.

«Sabotaggio di Grillo»

Dall’altro lato, come riporta Il Fatto, il M5S ha replicato con durezza, accusando Grillo di orchestrare una «guerriglia mediatica e legale» per sabotare l’evoluzione del Movimento, nel tentativo di mantenere il controllo. Conte e i vertici del partito sembrano determinati a proseguire il loro percorso, sottolineando che la sua visione del ruolo di garante è ormai superata e che a prevalere dovrebbe essere il vero spirito democratico del Movimento deve prevalere.

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