Il monito di Mattarella per l’inizio dell’anno scolastico: «Gli stipendi degli insegnanti spesso non sono all’altezza»

Nel suo discorso di inaugurazione dell’anno 2024/25, il capo dello Stato definisce il disagio giovanile «una grande questione nazionale»

«Dalla qualità del sistema educativo dipende strettamente il futuro della nostra società». Sergio Mattarella ha scelto il Convitto Nazionale “Vittorio Emanuele II” di Cagliari per la cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico 2024/2025. Nel suo discorso, il capo dello Stato ha sottolineato l’importanza di avere una scuola ben funzionante per assicurare un buon funzionamento anche del resto della società. «Talvolta, questo nostro tempo dominato dall’assillo del presente, del qui e ora, rischia di far dimenticare che l’impegno educativo rappresenta un pilastro fondamentale della vita della Repubblica», ha avvertito. La scuola, ha poi aggiunto, «non è una bolla, un recinto, un mondo a parte. Ma un organismo che vive nella società e concorre al suo progresso».


Gli stipendi «non all’altezza» dei docenti

Tra i problemi ancora irrisolti della scuola italiana, Mattarella cita le retribuzioni, giudicate troppo basse, dei docenti. «Agli insegnanti, ai presidi, ai docenti, al personale di supporto si chiede molto, talvolta troppo. Anche a fronte di retribuzioni spesso non all’altezza di altri Paesi europei. Si tratta di un aspetto di grande rilievo che va affrontato concretamente», ha detto senza giri di parole il capo dello Stato. E poi ancora: «Tutti loro hanno e devono sempre avere la consapevolezza e l’orgoglio di ricoprire un ruolo prezioso per la nostra società: quello di formare ed educare i cittadini che crescono. Dalla loro opera, spesso silenziosa e non conosciuta, dipende in gran parte il futuro della nostra Italia».


Il disagio giovanile

Gli insegnanti, certo. Ma la scuola è soprattutto la casa degli studenti. E «di fronte a tanti fatti di cronaca, a tanti episodi di varia gravità ma tutti intollerabili», ha avvertito Mattarella, non si possono più chiudere gli occhi di fronte ai problemi delle nuove generazioni. «Il disagio giovanile – ha scandito il capo dello Stato da Cagliari – è una grande e urgente questione nazionale, che va affrontata con tutto l’impegno e i mezzi a disposizione. Senza indulgenze o lassismi, che sono peraltro diseducativi, ma senza nemmeno nutrire l’illusione che tutto possa essere risolto attraverso un’ottica esclusivamente securitaria».

L’occasione del Pnrr

C’è poi una parte del discorso di Mattarella che menziona uno degli strumenti che ha a disposizione l’Italia per affrontare tutti i problemi appena descritti, vale a dire i fondi europei del Pnrr. Questi soldi, ha ricordato il capo dello Stato, «già ci aiutano a incrementare la sicurezza degli edifici scolastici». Ma è necessario andare oltre, «facendo dell’Europa un investitore centrale nei settori strategici che aprono al futuro. La scuola è certamente uno di questi. E l’Europa è l’orizzonte della nostra scuola».

In copertina: Sergio Mattarella durante un evento al Quirinale del 13 settembre 2024 (ANSA/Francesco Ammendola)

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