Donatella Rettore, le liti con Loredana Berté, Anna Oxa-Nosferatu e Loretta Goggi che «sembrava il mocio Vileda»
Donatella Rettore, nata a Castelfranco Veneto nel 1955, ha raggiunto il successo con Spendido Spendente, a cui sono seguiti Kobra e Lamette. Oggi parla con il Corriere della Sera della sua carriera e di come vuole essere chiamata: «Donatella? Mi chiami come le pare, anche Picchiatella, lo sono. Che poi ho un sacco di omonime, tutte disgraziate. C’è una Donatella Rettore di un paese qui vicino che passa sempre col rosso, una volta è venuta la polizia stradale per ritirarmi la patente, ho dovuto spiegare che non ero io, menomale che non è una ladra».
L’incontro con Dalla
La prima svolta della sua carriera è venuta dopo un incontro con Lucio Dalla: «Lo incontrai a un concorso per voci nuove di Riva del Garda — arrivai prima, vincevo sempre — e mi chiese: “Le canzoni chi te le ha scritte?” “Io, però mamma non vuole”. “Ora ci parlo io”. Le disse: “Signora, sua figlia deve cantare, mica fare la tr…”. E lei: “Signor Dalla, si faccia gli affari suoi”». Secondo Rettore «Lucio era un grande, un generoso. Un giorno mi confidò: “L’amore è universale, io amo uomini e donne”». E rivela: «Ero grassa. Insomma molto in carne, tipo Adele prima maniera. In Germania non ci facevano caso, mi camuffavo con dei camicioni di garza. Però acchiappavo un sacco, le rotondità piacevano».
Le caramelle alla menta
Masticava anche sempre caramelle alla menta: «Credevo che facessero bene alla voce, poi ho scoperto che è il contrario. Era zucchero puro, mi sono riempita di carie. E mi ingozzavo di cioccolatini e di marron glacé. Mi sentivo sola. Mi consigliarono di andare da Messegué. “Fa miracoli”. E funzionò. Ci mettevo ore a preparare i decotti, pian piano ho perso tanti chili, senza una smagliatura, passando dalla taglia 50 alla 42». Dice che Lucio Battisti la capiva: «Quando gli chiesi: “Perché non vai più in televisione?”, mi rispose: “Perché mi direbbero che ho le cosce grosse e le gambe a x o che mi vesto come un cretino, basta”. Certi giornalisti allora erano davvero cattivi. Con me fu gentile. “Sei molto brava”. Trovava che Splendido splendente fosse il pezzo più internazionale scritto da una donna».
David Bowie ed Elton John
Ricorda di aver conosciuto David Bowie: «Dal panettiere. Io compravo panini, lui baguette. Timido, educato con trench e cappello. Lo guardavo muta. Al terzo giorno mi salutò: “Come va?”». Elton John invece «non mi sopportava perché lo fissavo adorante. Prendevamo il tè con i biscotti. Mi presentò George Michael. “Brava, ora vai in palestra con lui”. George mi portò nella più esclusiva della città, dove scoprii l’idromassaggio». Dice di non stare sempre bene sul palco: «Ho le mie crisi, i miei attacchi di panico, le menate da artista. Sono un pelino autodistruttiva». Ma in generale «mi difendo da me stessa, non sono pazza di me. Cambierei la mia testa, vorrei essere meno emotiva, paranoica, più calcolatrice».
Le colleghe
Dice di non avere grandi rapporti con Gianna Nannini e che ha litigato con Marcella: «Nel 1986 mamma stava male ma ero stata costretta ad andare a Sanremo per non pagare una penale da 80 milioni. A Vincenzo Mollica risposi che avrei preferito restare a casa. Intervenne Marcella: “Allora perché ci sei venuta?” “Sono fatti miei”. Vincenzo provò a rimediare: “Questo succede quando ci sono due primedonne”. E io: “Di primadonna qui ce n’è solo una». Ma quel Sanremo fu una serie di liti: «Quell’anno c’era Anna Oxa-Nosferatu, pallidissima, io che sembravo la cometa di Halley, ma anche Loretta (Goggi, ndr) era pettinata da mocio Vileda».
Loredana Berté
Ma quella con cui ha litigato di più è Loredana Berté: «Disse che non vendevo dischi. Risposi che era invidiosa e mi querelò». Oppure. «Mi telefonò per dirmi che stava male. “Stammi vicino”. La richiamai. Sbraitò: ”Chi sei? Perché rompi le palle?”». La proposta di un duetto non le interessa: «No grazie, la proposta è già caduta nel nulla. Meglio con i giovani. Sto preparando un album di inediti, tra cui un pezzo fantastico con i La Sad intitolato Bipolare». E anche se con Claudio sta insieme da 50 anni «nel 1983 stavo per diventare contessa. Presi una sbandata folle per Umberto Marzotto, lui 21, io 27, scappammo insieme. Adesso uno così non lo vorrei manco incartato, ma allora ero cotta. Durò un’estate. Dall’89 sono tornata monogama».
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