Processo Open Arms, Salvini: «Non patteggio, vado avanti fino in Cassazione»

Il leader della Lega a Quarta Repubblica: «Io conto di essere assolto, continuo a fare il mio lavoro, non mi fermo ma sono un po’ incazzato»

«Io non patteggio, sono convinto di aver ragione e vado avanti fino in Cassazione». Queste le parole del leader leghista Matteo Salvini, ospite di “Quarta Repubblica” su Rete 4, parlando del processo Open Arms a suo carico. Salvini l’ha chiarito rispetto alla scelta fatta da Giovanni Toti, ex governatore della Liguria. E ha detto: «No, non patteggio perché ritengo di aver difeso la sicurezza del mio paese e di aver mantenuto una promessa, da politico dissi ‘Votatemi e riduco gli sbarchi’». E ancora: «Tutto era concordato con Conte, quando c’era nave straniera si firmava a tripla firma il divieto di ingresso».


«Non sono preoccupato per me»

«Se ho paura di essere condannato? No. È imbarazzante quello che abbiamo sentito. Non è un processo a Salvini, al politico, è un processo all’Italia. Stando a questa signora dovremmo far sbarcare chiunque. Rifarei esattamente domani quello che ho fatto, cioè difendere i confini del nostro Paese. Ci sono tanti delinquenti italiani, le carceri sono piene anche di delinquenti stranieri. Avevo promesso ai cittadini di ridurre gli sbarchi. Quello che mi è pesato in queste 48 ore. Non sono preoccupato per me, mi è pesato spiegare ai miei figli cosa sta succedendo», ha detto il vicepremier. «Io conto di essere assolto – aggiunge – continuo a fare il mio lavoro, non mi fermo ma sono un po’ incazzato». E infine: «Se mi condannano poi ci sarà l’appello, non ci sono conseguenze, ci sarà un precedente pericoloso ma non per Salvini, io ho le spalle larghe.. Se mi condannassero nei tre gradi, io finisco in carcere per almeno 2 anni. Mi spiacerebbe per i mei figli, per la mia compagna e la mia famiglia».


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