Incidente al Salone dell’auto, la pilota: «Non siamo scappati. Sessismo sui social? Non mi conoscono»
Pilota non professionista, ma con le quattro ruote nel sangue. Barbara Riolfo, che domenica 15 settembre ha perso il controllo della sua Lancia Rally 037 in piazza San Carlo a Torino, ha sempre avuto una grande passione per le automobili. E fin da giovane la sua strada – tra studio e lavoro – aveva quella destinazione. Nata ad Alba e residente a Bra, la piemontese si è infatti specializzata in restauro. Ha poi aperto insieme al marito Ivano Toppino, carrozziere, l’Altelier Toppino. Una sorta di ospedale per auto d’epoca a Pocapaglia nel cuneese, dove i mezzi storici sono restituiti al loro antico splendore. Tra questi, di proprietà della coppia, proprio la Lancia Rally 037.
L’incidente
Venerdì, alla prima sfilata del Salone dell’Auto 2024, Barbara aveva guidato senza nessun problema l’auto lungo il percorso tra piazza Castello e piazza San Carlo. Sabato era stato, poi, il turno del marito. Domenica l’alternanza dei piloti non si era interrotta. Ma appena entrata nella piazza, la Lancia ha sbandato vistosamente per poi finire contro le transenne, ferendo 12 persone che sono rimaste incastrate sotto. Forse complice il fondo liscio di porfido, su cui le gomme hanno perso aderenza in seguito a un’accelerata. «Ci dispiace moltissimo per quello che è successo. Siamo in costante contatto con le forze dell’ordine e gli organizzatori per avere aggiornamenti sulle condizioni delle persone coinvolte». Nessuno degli spettatori è comunque in gravi condizioni. Solo due sono stati trasportati in codice giallo all’ospedale Mauriziano dalle ambulanze già presenti in piazza. Uno dei due, 51enne, è stato operato immediatamente dopo che un gancio della transenna gli ha causato una seria lesione ai testicoli. L’uomo, già dimesso, ha una prognosi di due settimane.
Contro gli haters
Altre ricostruzioni, che la Polizia deve ancora accertare, parlano di una manovra sbagliata: la Rally 037 sarebbe uscita dal percorso previsto prima di sbandare. Sui social all’indirizzo della pilota sono stati scrtti numerosi messaggi sessisti, al punto che è stata costretta a rendere privato il suo profilo Facebook. «(I loro insulti, ndr) non mi toccano, perché non conoscono né me né la mia famiglia», ha commentato, «ho trovato conforto negli amici e nei piloti che comprendono la situazione e mi stanno facendo sentire la loro presenza». Ma c’è anche chi accusa Barbara Riolfo di essere fuggita poco dopo l’impatto. Cosa che lei nega con decisione: «Non è vero, non siamo scappati. Siamo persone perbene». Poi aggiunge: «Siamo stati portati nella control room per essere ascoltati dagli investigatori della Polizia locale. Siamo rimasti lì fino alle 15.30, ci hanno anche consigliato di coprire l’auto con un telo. Poi siamo stati fino a sera a cercare di capire che cosa potesse essere successo». Ma sulle cause della sbandata e dell’incidente non c’è ancora chiarezza.
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