Breton lascia la Commissione Europea e attacca von Der Leyen: «Gestione discutibile». Al suo posto Macron propone Séjourné

Il 69enne francese attacca la presidente su X: «Hai chiesto che Macron ritirasse la mia candidatura». Von der Leyen per ora conferma l’annuncio ufficiale del suo esecutivo, atteso per domani

È il 39enne Stéphane Séjourné il nuovo candidato francese per la Commissione europea. Un cambio dell’ultima ora ma necessario, visto l’addio nella mattina di lunedì 16 settembre del commissario al Mercato interno Thierry Breton. L’annuncio è arrivato su X a poche ore dalla nomina del nuovo esecutivo da parte di Ursula von der Leyen., che per ora rimane confermata per domani, martedì 17 settembre. E nonostante il presidente francese Emmanuel Macron avesse già spinto il 69enne a compiere un secondo mandato. Ma alla base della scelta di Breton ci sarebbero proprio i ripetuti screzi con la politica tedesca.


Macron e il successore di Breton

È Parigi, poche ore dopo lo strappo di Thierry Breton, a proporre un’alternativa. Si tratta di Stéphane Séjourné, attuale ministro francese per l’Europa e gli Affari esteri, nonché ex europarlamentare e segretario di Renaissance, partito fondato da Emmanuel Macron nel 2016. E la candidatura – secondo quanto ha dichiarato una fonte dell’Eliseo – arriva direttamente dalla bocca dello stesso presidente francese. Macron avrebbe «sempre difeso l’assegnazione alla Francia di un portafoglio chiave di Commissario europeo», che fosse in particolar modo «centrato sui nodi della sovranità industriale, tecnologica e di competitività europea». Una linea che Macron avrebbe già esposto chiaramente in vari colloqui con Ursula von der Leyen. E che sembra convinto possa essere un ruolo ben interpretato da Séjourné: «Il suo impegno europeo gli consentirà di condurre pienamente quest’agenda di sovranità». Non manca anche il ringraziamento a Breton, che secondo la presidenza francese «è stato un ottimo commissario» impegnatosi soprattutto in ambito digitale, tecnologico e «in favore della resilienza del mercato unico durante la crisi del Covid».


Addio in formato di lettera

Breton ha comunicato sui social il proprio addio alla Commissione europea. Prima con un criptico – e ironico – post su X che ritraeva una cornice con una tela bianca e la scritta «Ultim’ora: il mio ritratto ufficiale per il prossimo mandato della Commissione europea». Poi con una lunga lettera, critica nei confronti della presidente: «Il 25 luglio, il presidente Emmanuel Macron mi ha designato come candidato ufficiale della Francia per un secondo mandato nel Collegio dei commissari, come aveva già annunciato pubblicamente a margine del Consiglio europeo del 28 giugno», è l’esordio del 69enne. Che non nasconde i dissidi con von der Leyen, accusandola di aver chiesto direttamente a Macron di cambiare la candidatura di Breton stesso. «Pochi giorni fa – scrive l’ormai ex commissario a Mercato interno – nella fase finale dei negoziati sulla composizione del futuro Collegio, hai chiesto alla Francia di ritirare il mio nome, per motivi personali che in nessun caso hai discusso direttamente con me. E hai offerto come compromesso politico un portafoglio presumibilmente più influente per la Francia nel futuro Collegio. Ora ti verrà proposto un candidato diverso».

E poi chiude: «Negli ultimi cinque anni, mi sono impegnato senza sosta per sostenere e promuovere il bene comune europeo, al di sopra degli interessi nazionali e di partito. È stato un onore. Tuttavia, alla luce di questi ultimi sviluppi, ulteriore testimonianza di una governance discutibile, devo concludere che non posso più esercitare i miei doveri nel Collegio. Pertanto, mi dimetto dalla mia posizione di Commissario europeo, con effetto immediato».

La freddezza di von der Leyen

Ursula von der Leyen «prende atto e accetta» le dimissioni di Thierry Breton. Le parole di una portavoce della Commissione, per quanto di carattere ufficiale, lasciano trapelare la freddezza dei rapporti tra i due. «Lo ringrazia per il lavoro svolto durante tutto il mandato, in particolare per l’approvazione del Digital services act, del Digital markets act» così come di numerosi documenti che per primi hanno iniziato a regolamentare la sfera digitale. Ma l’addio, per l’appunto, non sembra aver per nulla scalfito gli intenti della presidente. Anzi, Ursula von der Leyen spera ancora di «essere nella posizione di presentare il nuovo collegio domani». Anche se ammette possibili rinvii, come già avvenuto sette giorni fa: «Ventiquattro ore in politica possono essere lunghe».

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