Barbara Riolfo, la pilota della Lancia 037 che ha travolto 12 persone in piazza San Carlo a Torino: «È stato un errore umano, può succedere»

È una pilota non professionista. Su Facebook scriveva: «Anche le donne sanno guidare». Il giallo della vettura demolita e dell’assicurazione

«Ho commesso un errore». Barbara Riolfo è la pilota non professionista che domenica 15 settembre era al volante della Lancia 037 che ha travolto e ferito 12 persone al Salone dell’Auto. E che è diventata bersaglio di insulti sessisti sul web. «Si è trattato di una fatalità. Un incidente che poteva capitare a chiunque. Sono rammaricata e in ansia per i feriti», dice oggi a La Stampa. Originaria di Alba, il marito si chiama Ivano Toppino e di mestiere fa il carrozziere. Ha fondato un atelier a Pocapaglia in provincia di Cuneo. «Sono più di vent’anni che dedichiamo la vita alle vetture storiche», dice. Mentre su Facebook l’8 luglio scorso scriveva: «Mi ci è voluto molto tempo per trovare la mia voce ma ora che ce l’ho non rimarrò in silenzio. Anche le donne sanno guidare».


L’incidente

Barbara era in auto con la figlia Alessia di 23 anni. Una volta entrata in piazza San Carlo, dove il fondo di asfalto diventa lastricato di pietra, la macchina ha sbandato per cause ancora da accertare. Ed è finita a sfondare le transenne, dove si trovavano stipate decine di persone. Riolfo non entra nel merito delle cause: «È stato un errore umano, può succedere. Ma stiamo anche facendo valutazioni sulla vettura per capire se ci siano stati problemi meccanici». Secondo il verbale della polizia municipale l’auto ha avuto «una forte accelerazione senza fondato motivo» da parte della guidatrice. Riolfo dice: «Andavamo a 10 km all’ora. Avevamo le cinture da gara che ci trattenevano incollate al sedile. L’impatto è stato leggero ma ci siamo spaventate quando abbiamo visto cadere le transenne. Si è trattato di una fatalità».


L’allontanamento

Riolfo vorrebbe risarcire i danni che ha causato. L’hanno accusata di essersi allontanata dalla vettura subito dopo l’incidente. «È quello che prevede il protocollo di sicurezza della manifestazione», replica lei. Dopo lo scontro è stata accompagnata nella control room, dove è stata ascoltata dagli inquirenti. La Lancia 037 è sotto sequestro. Anche perché sull’automobile c’è un mistero da chiarire. Dal database dell’Automobile Club risulta essere stata demolita il 13 dicembre 1983. Poteva partecipare alla sfilata? Era assicurata? «Prima di rispondere dobbiamo confrontarci con il nostro legale», è la replica della donna. «In ogni caso ci dispiace davvero per l’incidente», è la conclusione.

La sgasata

Riolfo parla anche con l’edizione torinese di Repubblica. E dice che non è vero che è entrata in piazza San Carlo correndo: «La verità è che le auto di questo tipo non hanno il controllo di trazione. Possono perdere aderenza anche quando le sposti in cortile. Oppure perdere un bullone, una ruota». La pilota dilettante smentisce anche categoricamente di aver “sgasato”, come hanno detto alcuni testimoni in piazza: «Sui social mi stanno attaccando, magari sono le stesse persone che da dietro alle transenne ci incitavano a correre. La verità è che la gente voleva vederci correre». E ancora: «Si cerca per forza un colpevole, stavolta credo non ci sia. Se ci fosse stato un tappo di bottiglia sul tracciato e fosse schizzato contro il pubblico al nostro passaggio, cosa si sarebbe detto? Mi creda, quello è stato un incidente: non è colpa di nessuno».

Leggi anche: