L’esplosione dei cercapersone Hezbollah in Libano e Siria e le accuse contro Israele: «Sono stati loro, gli USA non erano informati». Undici morti, migliaia di feriti – I video

Tra i decessi una bambina di 9 anni. Tel Aviv nega ogni coinvolgimento ma Axios riporta fonti statunitensi: operazione decisa tra Netanyahu e fedelissimi a inizio settimana

Il presidente del parlamento libanese e leader del movimento Amal, Nabih Berry, ha accusato Israele di aver commesso «un crimine di guerra», riguardo all’esplosione dei cercapersone forniti da Hezbollah chiedendo a «tutto il mondo di fermare la macchina del terrore israeliano». «Quello che Israele ha fatto non è solo un massacro, ma un evidente crimine di guerra», ha dichiarato Berry, vicino al gruppo Hezbollah e intermediario nei colloqui con l’Occidente. «Tutto il mondo è chiamato ad agire per fermare la macchina del terrore israeliana – ha aggiunto, citato dai media libanesi – non è più accettabile che la comunità internazionale si accontenti di dichiarazioni di condanna e denuncia».


Migliaia di feriti, più di 2.700 secondo gli ultimi aggiornamenti. Intorno a mezzogiorno (ore locali) sono state avvertite centinaia di esplosioni in Libano e Siria. Colpite sia le capitali, Beirut e Damasco, che zone più lontane come le regioni al confine con Israele e la valle orientale della Bekaa. Secondo quanto riferisce Reuters, sarebbe stata provocata dall’esplosione simultanea dei cercapersone di migliaia di membri di Hezbollah. La detonazione dei dispositivi utilizzati per la comunicazione ha causato ferite gravi e 11 morti. Tra i decessi anche una bambina di 9 anni, figlia di un membro del partito di Dio che si trovava in casa nel villaggio di Saraain. Diverse compagnie aeree hanno iniziato a cancellare i voli per Israele per il timore di una potenziale rappresaglia di Hezbollah. Secondo alcuni media israeliani Air France ha annullato i suoi voli Tel Aviv-Parigi per le prossime 48 ore. E così, secondo il Times of Israel, hanno fatto Lufthansa, Swiss International Air Lines e Brussels Airlines.


Axios: «Netanyahu ha dato via libera alle esplosioni. Usa non a conoscenza»

Axios riporta le informazioni di due funzionari statunitensi secondo cui Israele non ha informato l’amministrazione Biden prima dell’operazione di intelligence che ha comportato l’esplosione. Gli Stati Uniti «non erano a conoscenza di questa operazione e non vi erano coinvolti», ha dichiarato il portavoce del Dipartimento di Stato americano Matthew Miller, aggiungendo che gli USA stanno «ancora raccogliendo informazioni». L’operazione – scrive Axios – è stata approvata all’inizio di questa settimana durante gli incontri sulla sicurezza tra il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e i membri più importanti del suo gabinetto, nonché i responsabili dei servizi di sicurezza. Oggi Netanyahu e il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant hanno trascorso diverse ore presso il centro di comando delle IDF a Tel Aviv, ha riferito alla testata un funzionario israeliano. L’operazione israeliana mira a creare la paranoia dentro il movimento Hezbollah, dando la percezione di avere molti infiltrati dei servizi segreti israeliani dentro le milizie.

I feriti e Israele che continua a negare

Tra i feriti c’è anche l’ambasciatore iraniano in Libano Mojtaba Amani, oltre ad alti comandanti del gruppo paramilitare. Secondo una prima ricognizione, sarebbero morte almeno otto persone. Diversi media arabi hanno riportato che dietro le esplosioni c’è un attacco hacker di Israele. Ma né il governo né l’esercito israeliano hanno confermato un loro coinvolgimento nell’attacco: il premier Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa Yoav Gallant sono riuniti nel bunker della Kyria, a Tel Aviv. Convocati anche i più alti responsabili della sicurezza israeliana, per un incontro d’emergenza.

Le esplosioni

Secondo alcune fonti locali, le detonazioni sono avvenute in diverse parti del Libano: a Beirut, nel sud e nella valle orientale della Bekaa. Non solo: anche Damasco, in Siria, conterebbe dei feriti. Lo scoppio sarebbe stato causato da un attacco hacker di Israele ai sistemi di radio comunicazione, che avrebbe attivato i cercapersone provocando delle micro-esplosioni. Come riferisce il Jerusalem Post, i telefoni sarebbero stati chiamati prima dell’esplosione per qualche secondo per aumentare l’impatto dell’operazione. Una fonte vicina a Hezbollah avrebbe confermato la morte di una bambina di 10 anni. Secondo un funzionario del gruppo paramilitare islamista si tratta della «più grande violazione della sicurezza» mai subita. Il premier libanese uscente Najib Miqati ha deciso di sospendere la riunione del consiglio dei ministri per permettere all’esecutivo di fare fronte all’emergenza sanitaria in corso. Infatti, il ministero della Salute ha messo in allerta gli ospedali del Paese e ha invitato i cittadini a donare il sangue: sarebbero numerosi i feriti in arrivo. In alcune immagini che circolano online si vedono delle persone cadere a terra dopo delle micro-esplosioni dei loro dispositivi. Hezbollah ha diffuso l’ordine ai propri miliziani e ai parenti dei feriti di non diffondere in alcun modo immagini: il partito armato libanese avrebbe il timore che Israele possa identificare le vittime e nuovi potenziali obiettivi.

In copertina: Alcune immagini delle esplosioni tra Libano e Siria, 17 settembre

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