M5s, Grillo risponde a Conte: «Le accuse sono specchio delle sue intenzioni». Virginia Raggi si sfila: «Non parteciperò a congiure di palazzo»
Tra il fondatore del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo e l’attuale leader Giuseppe Conte è ormai guerra totale. Alla lettera inviata dall’ex premier nella giornata di ieri lunedì 16 settembre, in cui accusava Grillo di avere un atteggiamento «dominicale» nei confronti del partito, ha risposto il “garante” della formazione politica. «Accusarmi di una visione padronale del movimento non è altro che lo specchio delle intenzioni di altri», ha scritto in una lettera pubblicata in esclusiva da Il Foglio. E sullo sfondo inizia a stagliarsi l’ombra di Virginia Raggi, che però nega qualunque sua ambizione alla leadership.
«Ribadire l’importanza di certe regole equivale a difenderne i suoi valori democratici». La risposta di Beppe Grillo è diretta e riprende le parole usate dallo stesso Giuseppe Conte. L’attuale leader aveva accusato il fondatore di trattare il partito come fosse di sua proprietà, non sottoponendo le decisioni al confronto collettivo. Secondo Conte, Grillo si sentirebbe unico depositario del «potere di interpretazione autentica, non sindacabile, delle norme statutarie». Ma il garante del M5s non ci sta: «Le ragioni per cui è in corso un tentativo di demolire i presidi democratici del movimento sono peraltro ben note, e non rispondono certo ai suoi valori democratici, ma agli interessi di pochi». Il riferimento non velato è a Conte, che secondo Grillo imputerebbe ad altri una visione padronale quando questa è «specchio della intenzione di altri». Vale a dire quella dello stesso Conte. Di fronte all’avvertimento di interruzione del rapporto lavorativo avanzato dall’ex premier, Beppe Grillo non ha battuto ciglio: «Mi riservo di valutare il da farsi, eventualmente anche sottoponendo le tue minacce agli organi competenti» del M5s.
September 17, 2024
«Sono indipendente, che piaccia o meno»
Le voci di una possibile scissione interna sono state allontanate dagli stessi protagonisti, ma ogni giorno che passa il tira e molla e lo scambio di accuse tra i due esponenti di M5S si intensifica. E lascia spazio a suggestioni che per ora rimangono senza conferme. Il rischio di uno strappo è dietro l’angolo, e in questa situazione non sono pochi quelli che suggeriscono Virginia Raggi come prossima leader della formazione. Ma è la stessa ex sindaca di Roma che, in un post sui social media, nega questa ipotesi.
«Le lotte di potere non mi interessano. Non voglio prendere la guida di nessun partito né partecipare a congiure di palazzo. Quindi stiano tutti tranquilli», ha scritto su Facebook la pentastellata. «Ma allo stesso tempo, come sempre ho fatto nella mia vita, rivendico con forza il diritto di dire quel che penso», continua il messaggio. «E soprattutto di farlo liberamente, senza essere etichettata come “fedelissima” di uno o di un altro. Sono sempre stata una donna autonoma ed indipendente. E continuerò ad esserlo, che piaccia o meno. Continuerò a dire ciò che penso e ritengo giusto senza dover chiedere il permesso a qualcuno. E la si smetta di vedere sempre doppi fini. Non fanno parte della mia natura!».
Il sostegno a Grillo
Raggi si allontana così dalle sabbie mobili dello scontro tra Conte e Grillo. Ma era stata lei stessa, una settimana fa, a rompere un silenzio di mesi per schierarsi apertamente con il fondatore del movimento. «Oggi il M5s ha uno statuto, che è una sorta di regolamento che disciplina cosa si può fare e cosa non si può fare nel M5s. Se questo statuto dà a Beppe Grillo dei poteri e lui li esercita, fa bene», aveva spiegato nel nuovo programma A casa di Maria su Rai3. «La questione mi lascia un po’ scossa, turbata. Mi dispiace molto, da persona che ha creduto molto e crede nel Movimento. Se si arriverà alle carte bollate se la vedranno gli avvocati». La sua posizione è sostenuta anche dalla consigliera regionale toscana del partito Silvia Noferi: «È l’ora di finirla di mettere in croce tutti quelli che non si allineano al pensiero del padrone. La dialettica deve far parte della vita politica di ogni partito». Ma per i due volti del Movimento la sfida sembra andare ben oltre la semplice dialettica.
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