La storia del bambino di 10 anni frustato dal patrigno con la complicità della madre. La coppia chiede di patteggiare

A dare l’allarme erano state le maestre dopo aver notato che il piccolo non riusciva neanche a sedersi sulla sedia in classe

Un bambino di 10 anni è stato vittima di gravi abusi fisici da parte del patrigno, un 40enne di origine moldava, con la complicità della madre. Il piccolo è stato ripetutamente picchiato con la cintura dei pantaloni e un filo elettrico, oltre a subire calci e pugni su tutto il corpo, inclusi schiena, gambe e parti intime. Le gravi violenze, secondo quanto riportato da Il Gazzettino, sarebbero iniziate a giugno dello scorso anno e si sarebbero protratte per diversi mesi a Padova. Il patrigno, che non accettava il bambino come figlio, sfogava la sua frustrazione con atti di estrema violenza sul piccolo. Il bambino era coperto di lividi e a notare il suo stato sono state le sue insegnanti della scuola.


L’inchiesta e la richiesta di patteggiare

Nell’ottobre del 2023 si sono accorte che lo studente non riusciva neanche a sedersi sulla sedia a causa delle ferite subite. Le maestre hanno immediatamente allertato il 118 e il bambino è stato ricoverato in pediatria, dove è rimasto per diverse settimane. Il patrigno è stato così iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali pluriaggravate, a cui si è poi aggiunta anche la madre. Il pubblico ministero aveva chiesto l’arresto dell’uomo, ma il giudice per le indagini preliminari (Gip) ha optato per il divieto di avvicinamento alla vittima e l’allontanamento dall’abitazione familiare. L’uomo ora ha chiesto al giudice per l’udienza preliminare (Gup) di patteggiare la sua pena a un anno e otto mesi con il benestare del pm.


Idem la madre, che ha chiesto di patteggiare un anno e 4 mesi di reclusione. Nel frattempo, la coppia è stata privata della responsabilità genitoriale e il bambino è stato affidato a una nuova famiglia. Il prossimo 25 novembre i due dovranno nuovamente presentarsi davanti al giudice per l’udienza preliminare.

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