Neonati sepolti a Traversetolo, parla la madre del ragazzo della 22enne: «La pancia non si vedeva ma non può aver agito da sola. Non la perdono»

La donna non si dà pace: «Li avrei aiutati, lo avrei tenuto io. Era mio nipote»

La madre di Samuel, il giovane padre del neonato trovato morto nel giardino di una casa a Traversetolo (Parma), solleva dubbi sulla sola responsabilità di Chiara Petrolini, sostenendo fermamente l’innocenza del figlio. «Non posso credere che Chiara abbia agito da sola», afferma in un’intervista al Corriere della Sera. «Non riesco a darmi pace per quello che è successo, ma almeno sono sollevata. Mio figlio è estraneo a ogni accusa: noi lo sapevamo, ma ora è chiaro a tutti anche in paese», aggiunge. La madre racconta che Samuel è rimasto «devastato» dalla situazione. «Per un mese, tutti hanno pensato che fosse complice», spiega. «Per un mese ha continuato a ripetere: “Non sono stato io. Non c’entro nulla. Non so niente”. Noi gli abbiamo creduto e gli siamo stati vicini, ma in paese pochi erano disposti a credere alla sua innocenza. Lo hanno additato e accusato ingiustamente. Ora la procura ha chiarito la sua posizione. È la fine di un incubo, anche se nulla può restituirci ciò che è stato perso», prosegue la donna.


«La pancia? Non si vedeva»

Il vero punto cruciale della vicenda è che la madre di Samuel ha visto Chiara due giorni prima del parto e afferma che, nonostante fosse al nono mese di gravidanza e stesse per partorire, «la pancia non si vedeva». Solo dai giornali avrebbe scoperto che Chiara era in attesa di un bambino. Samuel e Chiara, entrambi ventiduenni, si conoscevano da molto tempo, avendo frequentato insieme le scuole. «Lei lavora come babysitter al centro estivo», spiega la madre di Samuel. «Nessuno avrebbe potuto immaginare una tragedia del genere. È vero che si può avere un figlio non previsto, anche con i contraccettivi, ma è impensabile commettere un errore del genere, due volte, e tanto meno arrivare a uccidere».


«Non voglio avere a che fare con i genitori di Chiara»

La madre di Samuel crede fermamente che Chiara non possa aver agito da sola. «Se avesse chiesto aiuto, l’avrei supportata, lo avrei tenuto io, era mio nipote», afferma. Alla domanda se abbia parlato con i genitori di Chiara, risponde: «No. Non voglio più avere nulla a che fare con loro. Questa storia ha già causato troppo dolore alla mia famiglia. Non voglio nemmeno sentire Chiara. Voglio solo che spieghi il motivo di quello che ha fatto. Non la perdono e non ci sarà mai una giustificazione per le sue azioni. Voglio giustizia».

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