Max Rendina a processo per usura: «Ha prestato soldi con il 120% di interesse»

Il patron del Rally di Roma Capitale sostiene di essere stato truffato

Max Rendina, patron del Rally di Roma Capitale, ha 49 anni. Campione del Mondo Produzione (WRC2) nel 2014, è stato insignito dal CONI della Medaglia d’oro al valore atletico. Ma ora è a processo per usura. Ad accusarlo l’imprenditore Riccardo Manattini, condannato a fine anni Ottanta per aver truffato clienti della Bnl e testimone nel processo Mafia Capitale. Secondo gli inquirenti Renina nel 2013 avrebbe prestato centomila euro all’amico Manattini. Per poi pretenderli indietro, con un interesse annuo del 120%. Insieme agli altri imputati Luca Lembo e Cristian Colucci, scrive La Stampa, lo avrebbe anche minacciato: «Vengo a casa tua, ti spezzo le mani con delle mazzette».


L’accusa e la difesa

Ma Rendina non ci sta. Dice che «Manattini mi aveva proposto un investimento finanziario, ma non era vero nulla». Non l’ha denunciato perché «eravamo amici. Ma ha truffato me e tanta altra gente. Poi è stato lui a denunciare, così pensava di risolversi i guai». Manattini ha alle spalle peripezie giudiziarie per truffa, ricettazione e detenzione di monete false. Ma Rendina si sarebbe fidato di lui perché «si presentava bene». Aveva una villa in collina «con tanto di piscina, amici importanti». L’imprenditore in aula ha fornito un’altra versione: «Ero in difficoltà economiche e ho convinto Massimiliano a darmi dei soldi. L’ho coinvolto a sua insaputa. Avevo chiesto soldi anche a gente di Mafia Capitale». Ora i giudici dovranno stabilire se Rendina è una vittima o ha responsabilità.


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