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Russia, l’attacco nella regione di Tver’ e la possibile svolta nel conflitto: colpiti depositi con esplosivi, razzi e mine. Incursori o missili a lungo raggio? – Il video

Le deflagrazioni hanno creato alte colonne di fumo e i sismografi hanno registrato una magnitudo di 2,8. Una fonte a Reuters: sono stati usati i droni

Diverse esplosioni, una dietro l’altra. E poi alte colonne di fumo visibili anche dai satelliti. A seguire un terremoto, registrato dai sismografi, di 2.8 della scala Richter. L’attacco a Toropets, nella regione russa di Tver’, non è come gli altri. Al momento il governo ucraino non ha rilasciato alcuna dichiarazione, ma una fonte del servizio di sicurezza statale SBU ha chiarito a Reuters che l’offensiva è stata sferrata con uno sciame di droni e ha distrutto un deposito di missili, bombe guidate e munizioni per l’artiglieria. I media statali russi in passato avevano infatti dichiarato che sul luogo colpito oggi, 18 settembre, si trovava un importante arsenale di armi convenzionali.


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L’attacco

Sull’attacco a Toropets non c’è solo il fumo delle esplosioni. Le dinamiche dell’offensiva a distanza di ore sono ancora poco chiare. La fonte citata da Reuters fa riferimento a un altro sciame di droni inviato dall’esercito ucraino contro obiettivi strategici russi. E il deposito di armi in fiamme dimostrerebbe il successo dell’operazione. Fonti di Kiev confermerebbero il rilascio di centinaia di piccoli velivoli killer che hanno volato per 700 km prima di arrivare a destinazione. A suscitare qualche dubbio sarebbe però la particolare conformazione delle strutture colpite collegate da dozzine di bunker: i depositi infatti, secondo quanto aveva affermato l’allora viceministro della Difesa Dmitrij Bulgakov, erano stati costruiti con strutture in cemento capaci di resistere anche a esplosioni nucleari. Repubblica solleva l’ipotesi di missili a lungo raggio. L’opzione non confermata comporterebbe che Kiev sia riuscita a produrre siluri capaci di colpire in profondità il territorio russo. Un’altra suggestione che circola chiama in causa l’attacco combinato di incursori sul posto e droni. Ma nulla è stato confermato. All’interno dei depositi non c’erano solo residui bellici della Guerra Fredda ma anche consegne della Corea del Nord.

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