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Sahra Wagenknecht: «Siamo la sinistra contro la guerra e la cultura woke. E non possiamo accogliere tutti gli stranieri»

18 Settembre 2024 - 07:31 Alba Romano
Sahra Wagenknecht
Sahra Wagenknecht
La leader del partito Bsw, che ha ottenuto buoni risultati alle elezioni regionali in Germania

Sahra Wagenknecht, 55 anni, è la fondatrice del partito Bsw (acronimo che sta per Bündnis Sahra Wagenknecht), Ha un passato nell’ala marxista del Pds, partito nato dalla Sed dopo la caduta del Muro di Berlino. E oggi in un’intervista al Fatto Quotidiano spiega che la sua è la sinistra che non vuole la guerra. E che non è xenofoba, ma «non possiamo accogliere tutti gli stranieri». Wagenknecht spiega che il successo del partito dipende dal fatto che « il Bsw colma una lacuna nella rappresentanza politica. Molti cittadini in Germania sono scontenti della politica del governo federale». Il suo partito difende «la libertà di opinione e vogliamo praticare una politica ragionevole in tema di migrazione ed economia, nonché impedire la deindustrializzazione del nostro Paese».

La sinistra verde e l’Ucraina

Wagenknecht spiega che «la sinistra, negli ultimi anni, ha assecondato un ambiente verde, accademico, allontanandosi in tal modo dai suoi votanti precedenti. In merito alla questione della pace, il partito della sinistra Die Linke è spaccato e non offre un orientamento. Le prime file appoggiano le forniture di armi all’Ucraina e anche le insensate sanzioni che hanno gravemente danneggiato il nostro Paese senza tuttavia far cessare la guerra». E dice che la sua parte politica ha «perso il contatto con quei cittadini che devono combattere duramente per riuscire a sbarcare il lunario e vivere in regioni caratterizzate dalla deindustrializzazione, dall’esodo e dal deterioramento delle infrastrutture». Perché «la maggior parte delle persone ha un gran bisogno di sicurezza e stabilità. Non vogliono una politica dei confini aperti».

Immigrati e rifugiati

A causa del gran numero di immigrati e rifugiati fa sì che molti non si sentono più «a casa propria». Non chiede l’uscita della Germania dall’Unione Europea come Afd: «Il nostro obiettivo è un’Ue di democrazie sovrane in cui le decisioni vengano prese il più vicino possibile ai cittadini e non da tecnocrati da loro distanti e condizionati dal forte influsso delle società di lobby». Sull’immigrazione «incontrollata», invece «richiediamo una politica sensata su rifugiati e immigrati in base al modello danese. Abbiamo bisogno di una svolta nella politica migratoria per ridurre il numero delle persone che vengono da noi, perché solo così possiamo garantire che tutti possano essere integrati nella nostra società».

Il cambiamento climatico e la cultura woke

Sul cambiamento climatico, dice, «il Bsw respinge una politica che, con il pretesto della protezione del clima, fa lievitare i prezzi a scapito dei nuclei familiari che già non se la cavano molto bene. Invece di trasformare la politica ambientale in una questione di lifestyle, chiediamo più finanziamenti statali per la ricerca nel campo delle tecnologie ecologiche e massicci investimenti nel trasporto pubblico». E infine «Non abbiamo bisogno di una woke culture che guardi dall’alto quelli che comprano la loro bistecca nei discount e necessitano di un’automobile per andare al lavoro, bensì abbiamo bisogno di chiare disposizioni legislative che costringano le imprese a sviluppare e utilizzare tecnologie ecologiche».

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