Stellantis, stop di Urso ai fondi del Pnrr per la Gigafactory di Termoli: «Troppe incertezze». E i sindacati annunciano una mobilitazione

Durante l’incontro di ieri al Mimit, il governo ha confermato la volontà di dirottare i fondi verso altri progetti

Il progetto della gigafactory di Termoli, in Molise, è fermo al palo. Così, dopo mesi di tentennamenti, il governo ha deciso che i fondi del Pnrr destinati alla costruzione del primo stabilimento in Italia per la produzione di batterie saranno dirottati altrove. L’annuncio è arrivato nella giornata di ieri, martedì 17 settembre, al termine dell’incontro tra il ministro Adolfo Urso, la Regione Molise, i rappresentanti di Stellantis e i sindacati. Di fonte a una «incertezza sui tempi di realizzazione della gigafactory di Termoli», ha annunciato Urso una volta concluso il tavolo di lavoro, il governo ha deciso «che procederà a ricollocare i fondi Pnrr verso altri investimenti coerenti con la transizione energetica del comparto». Da parte dell’esecutivo, ha assicurato il ministro delle Imprese, resta «la disponibilità a valutare di destinare ulteriori fondi, di altra natura».


Il progetto iniziale

Ma solo una volta che Acc – la joint venture tra Stellantis, Mercedes-Benz e TotalEnergies – «sarà in grado di presentare il nuovo piano industriale per Termoli comprensivo della nuova tecnologia». L’annuncio della costruzione della prima gigafactory italiana era arrivato nel luglio 2021, quando Stellantis ha avviato una collaborazione con Total Energies e Mercedes-Benz per dare vita alla joint venture Automotive Cells Company (Acc). L’idea di fondo è (o era) la seguente: riconvertire lo stabilimento di Termoli in una fabbrica di batterie, coerentemente con la transizione del settore automotive dai motori endotermici ai veicoli elettrici.


Il progetto iniziale prevedeva l’entrata in funzione dell’impianto nel 2026, con una capacità produttiva stimata di 40 GWh, che sarebbe arrivata fino a 120 GWh entro il 2030. Per quanto riguarda l’investimento, Acc prevedeva di metterci 2 miliardi di euro di tasca propria, mentre il governo italiano – allora guidato da Mario Draghi – ha promesso un contributo di 369 milioni di euro, in buona parte provenienti dai fondi del Pnrr.

Lo stop e i ritardi nei lavori

All’inizio del 2024, Acc ha dichiarato di aver sospeso i lavori su due delle sue tre gigafactory in costruzione in Europa, tra cui proprio quella di Termoli. Una decisione attribuita al rallentamento della domanda di veicoli elettrici, che ha spinto l’azienda a riconsiderare i propri piani di sviluppo. Peccato che i fondi destinati dal governo fossero già stati stanziati. Inoltre, trattandosi di soldi del Pnrr, vanno spesi tassativamente entro il 2026. Il governo ha cominciato quindi a incalzare Stellantis chiedendo all’azienda di sciogliere le proprie riserve sul futuro dello stabilimento di Termoli. Fino a che, dopo mesi di incertezza, Urso ha deciso di destinare i fondi altrove.

I sindacati preparano la mobilitazione

Le novità delle ultime ore hanno mandato in allarme i sindacati, che ora chiedono ad Acc di fare chiarezza sul futuro dello stabilimento di Termoli e la salvaguardia dei posti di lavoro. «Nei prossimi giorni saranno decise le forme di una mobilitazione che ha l’obiettivo di chiedere ad Acc di sciogliere le riserve sulla costruzione della gigafactory, a Stellantis di rafforzare la attuale produzione di motori e al governo di mantenere a disposizione di Termoli i fondi indispensabili al rilancio di un grande progetto industriale che salvaguardi l’attuale e la futura occupazione», spiegano i sindacati. Secondo quanto trapelato dall’incontro, Acc starebbe procedendo con attività di ricerca e sviluppo per produrre nuove celle meno costose e più efficienti. Il nuovo prototipo di batteria potrebbe essere pronto però solo nel 2025.

In copertina: Operai al lavoro nello stabilimento Stellantis di Torino (ANSA/Alessandro Di Marco)

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