Piero Fassino, assolto da ogni accusa sul Salone del Libro, torna sul furto del profumo al duty free: «Solo una distrazione»

Le parole dell’ex sindaco del capoluogo piemontese: «In 60 anni di vita politica sono sempre stato onesto e corretto»

Dopo undici anni di processo, Piero Fassino è stato assolto nel processo sul Salone del Libro di Torino. Secondo i giudici di primo grado, non c’è stato alcun patto segreto tra l’ex sindaco del capoluogo piemontese e la società Gl Events, che gestisce il Lingotto, sede dell’evento. «Sono molto soddisfatto. Anche perché l’assoluzione arriva con una sentenza di 211 pagine che ha sviscerato la vicenda riconoscendo la piena correttezza del nostro comportamento», esulta Fassino in un’intervista con l’edizione locale de La Stampa. E nei festeggiamenti, il deputato del Pd ne approfitta anche per auto-assolversi su un’altra vicenda che lo riguarda da vicino: l’ormai celebre furto del profumo nel duty free dell’aeroporto di Fiumicino, a Roma.


L’auto-assoluzione sul furto del profumo

«Quell’episodio», prova a giustificarsi l’ex sindaco di Torino nell’intervista, «è stato frutto di una distrazione di cui sono stato il primo a rammaricarmi». E in sua difesa, Fassino aggiunge: «Compio in questi mesi 60 anni di vita politica e chiunque mi abbia conosciuto può testimoniare la correttezza e onestà a cui ho sempre ispirato i miei comportamenti».


La vicenda del Salone del Libro

A proposito dell’inchiesta relativa al Salone del Libro, conclusasi con una piena assoluzione in primo grado, Fassino parla di «undici anni di sofferenza e amarezza», in cui si è sentito «costretto a convivere con accuse ingiuste e del tutto infondate». L’ex sindaco non risparmia anche qualche critica ai pm che si sono occupati delle indagini: «Non esprimo valutazioni sull’attività di un magistrato. Francamente però colpisce che si sia insistito a sostenere tesi palesemente infondate».

In copertina: Piero Fassino in aula alla Camera, 11 giugno 2024 (ANSA/Massimo Percossi)

Leggi anche: