La siccità del 1934 negli Usa non dimostra che il cambiamento climatico antropogenico non esista
Con un confronto tra due mappe recanti il livello di siccità degli Usa nel 1934 e nel 2024 si tenta di dimostrare che il cambiamento climatico generato dall’attività umana non esista. Ma il confronto non dimostra nulla riguardo al clima.
Per chi ha fretta:
- Viene condiviso un confronto tra la grave siccità del 1934 negli Usa e la situazione più regolare del 2024.
- Il confronto viene usato per sostenere che il cambiamento climatico causato dall’uomo non esista.
- Un confronto tra due momenti scelti arbitrariamente su una porzione minoritaria del territorio globale non è in grado di dimostrare alcunché riguardo al clima.
- Le medie climatica si calcolano su periodi almeno trentennali.
Analisi
Vediamo lo screenshot di uno dei post oggetto di verifica. Nella descrizione si legge:
SICCITÀ?!?
TUTTA COLPA DEL “GLOBBBAL WARMING (ANTROPICO)”!
Novanta anni fa, l’80% degli USA stava attraversando una siccità grave o estrema. Ma ora che i livelli di CO2 sono molto aumentati, meno del 5% degli USA sta attraversando una siccità grave o estrema.
Come lo spiegano i Tozziani?
A corredo del messaggio viene inserito un confronto tra due mappe degli Usa. La prima, risalente all’agosto 1934, mostra una situazione siccitosa in gran parte del Paese. La seconda, del luglio 2024, rivela una situazione in cui la maggior parte del Paese non soffre di carenze idriche, altre zone sì, e altre ancora sono umide e molto umide. Le due mappe vengono considerate la prova che il cambiamento climatico antropogenico non esista.
Come si calcolano le medie climatiche
In primis, va sottolineato che un confronto tra due momenti scelti arbitrariamente su una porzione minoritaria del territorio globale non è in grado di dimostrare alcunché riguardo al clima della Terra. Le medie climatiche vengono calcolate su base almeno trentennale.
Come evidenziato dai colleghi di Facta, le mappe provengono dal sito del National Centers for Environmental Information, parte della NOAA, la National Oceanic and Atmospheric Administration, ovvero l’agenzia statunitense per il clima e gli oceani. Di seguito vediamo le due mappe nello stesso ordine del post. Si può ottenere la stessa analisi per ogni mese di ogni dal 1900 a oggi. Quello che il post tace sono i numerosi articoli pubblicati dalla NOAA nei quali vengono spiegate cause e conseguenze del cambiamento climatico dovuto alle attività umane.
Gli indicatori del cambiamento climatico causato dall’uomo
Il sito della NOAA contiene una sezione chiamata Climate Dashboard, nella quale si possono consultare numerosi indicatori climatici. Tra questi, forse il più significativo è quello che mette in relazione l’emissione antropogenica di gas serra con l’incremento della temperatura mondiale. L’analisi viene effettuata paragonando ogni anno al 1990, poiché fu allora che un importante numero dei Paesi del mondo decise di provare a contenere le emissioni per limitare il riscaldamento globale. Scrive la NOAA: «L’influenza diretta sul riscaldamento dei gas serra prodotti dall’uomo era aumentata del 49 percento dal 1990», data in cui era già significativa.
La siccità del 1934 e la Dust Bowl
Veniamo ora al 1934. Negli Usa, gli anni Trenta vennero segnati da una siccità che seguì i piovosi anni Venti. A farne le spese furono milioni di abitante delle grandi pianure del Midwest e del Sud, che nel decennio precedente erano diventate fertili pascoli. Come si legge su National Geographic, la siccità portò i contadini a prediligere il grano, una coltura che non necessità di grandi risorse idriche. Ma le tecniche utilizzate erano sbagliate: impoverirono la terra che senza pioggia divenne arida, friabile e improduttiva. Fu allora che si verificò il fenomeno passato alla Storia come Dust Bowl (conca di sabbia). Il vento sollevava tonnellate di polvere di terra secca, causando pericolose tempeste di sabbia che si protrassero per diversi anni.
Il paradosso dei negazionisti del cambiamento climatico
Si noti ancora una volta come per sminuire l’entità di eventi climatici e meteorologici che oggi si verificano diverse volte ogni decennio, se non quasi ogni anno come per esempio nel caso di temperature una volta considerate anomale, vengano portati esempi tratti da situazioni che una volta erano estremamente rare, tanto da essere ricordate nella storia e da dover sfogliare novant’anni di pagine del calendario per trovarne altri simili. Un esempio lampante dell’aumento della frequenza degli eventi estremi che viene manipolato per tentare di dimostrare il contrario.
Conclusioni
Il confronto tra la siccità del 1934 negli Usa e la situazione attuale, meno grave sotto il profilo idrico, non dimostra che il cambiamento climatico antropogenico non esiste. Poiché il clima può essere studiato solo su basi almeno trentennali, paragonare due momenti scelti arbitrariamente non dimostra alcunché.
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