L’alluvione in Emilia-Romagna e i soldi non spesi per il dissesto idrogeologico: «Colpa della Regione». «No, del governo»

La polemica tra enti e la storia di una donna che ha perso di nuovo la sua casa dopo il disastro dell’anno scorso. Il piano da 4,5 miliardi sparito e i fondi non usati

Silvia Dal Santerno abita in una delle zone più a rischio di Faenza in Emilia-Romagna. Nel 2023 l’alluvione aveva travolto la sua casa. Lei si era rifugiata in solaio con i suoi gatti. Fino a quando non sono arrivati i soccorsi. Un anno dopo, dice al Quotidiano Nazionale, «mi trovo punto e a capo. La cantina è completamente allagata, l’acqua è al piano terra. Per fortuna era ancora vuoto perché dopo l’alluvione dell’anno scorso non avevo fatto in tempo a riarredarlo». La sua è una delle tante storie che collegano l’alluvione del 2023 a quella di oggi. In cui si cercano due dispersi mentre scoppia la polemica tra governo, Regione e opposizione. In odore di elezioni. E così l’ente si lamenta perché è arrivata la metà dei fondi promessi. Mentre l’esecutivo fa notare che i soldi sono stati spesi «solo in parte».


I fondi per l’alluvione e il dissesto idrogeologico

A dare fuoco alle polveri ieri è stato il ministro della Protezione Civile Nello Musumeci. «Se l’Emilia-Romagna potesse farci il favore di farci sapere quanto è stato speso dei 594.567.679 euro ricevuti in dieci anni dal governo per la lotta contro il dissesto idrogeologico e ci dicesse quali sono i territori più vulnerabili, noi potremmo programmare ulteriori interventi. Non si può sempre chiamare in causa l’alluvione del 2023», ha esordito il ministro dopo la premessa, forse ironica, di non voler fare polemiche. Mentre il viceministro dei trasporti Galeazzo Bignami ha contato gli ultimi stanziamenti: «Con una prima ordinanza sono stati assegnati 94 milioni e la Regione ne ha spesi 49. Con una seconda ne sono stati assegnati 33,5 e ne sono stati spesi zero. Di altri 103 milioni stanziati ne sono stati spesi ancora zero».


I 230,5 milioni e i 3,8 miliardi

La Regione dall’altra parte della barricata fa invece sapere che ha chiesto 8,5 miliardi al governo. E che l’esecutivo ne ha dati solo 3,8. Mentre nulla è stato stanziato per il grande piano contro il dissesto idrogeologico che dovrebbe salvare l’Emilia-Romagna dai futuri disastri. E che giace al ministero dell’Ambiente da ben cinque mesi. E ancora: degli 1,3 miliardi stanziati dal generale Figliuolo per i ristori, ne sono stati dati solo 30 milioni. Di cui 21 alle famiglie e 9 alle imprese. La guerra delle cifre coinvolge anche i fondi per la messa in sicurezza del territorio. Il governo parla di 6 mila interventi per la difesa idraulica e di 1,6 miliardi spesi. La Regione risponde con 402 cantieri e 343 milioni di euro impegnati. A Faenza il muro costruito con 3,5 milioni di euro in via Renaccio ha salvato il centro città.

Il piano da 4,5 miliardi

Mentre a Modigliana la maxiopera per mettere in sicurezza la cittadina è stata affidata a una società esterna, la Sogesid. Ma non è ancora terminata. E l’acqua è arrivata prima. La regione punta il dito contro il piano da 4,5 miliardi per il dissesto idrogeologico. Che il governo ha approvato ma senza stanziare i fondi. Intanto Silvia Dal Santerno da qualche giorno dorme nel palazzetto dello Sport di Faenza: «L’ansia mi divora, sto rivivendo un trauma che mi aveva abbattuto. Non solo economicamente, ma anche psicologicamente. Da maggio 2023 a marzo 2024 ho vissuto in hotel perché casa mia era inagibile, dopo nemmeno sette mesi casa mia è di nuovo in pericolo».

La storia che si ripete

E la storia si ripete in una tragedia che sembra una farsa: «Quando mesi fa sono rientrata in casa dopo quasi un anno da sfollata ho passato momenti terribili. Mi svegliavo di notte per controllare il fiume e ogni volta che mi affacciavo alla finestra mi sembrava di vedere un’onda travolgermi». Ha pensato anche di andarsene, «ma con la mia casa ho un legame profondo. Qui sono stata adottata e per me significa tutto. Lo dico con le lacrime: non permetterò che l’alluvione me la porti via. Ho subìto circa 200mila euro di danni e dallo Stato ne ho ricevuti 5mila. Ma io non mi arrendo».

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