Festival di Open, Giorgetti sulla legge di Bilancio: «Renderemo strutturale il taglio del cuneo fiscale» – Il video

Il ministro dell’Economia spegne gli entusiasmi sulla ricetta Draghi: «Inattuabile il suo piano, troppi Paesi Ue non vogliono il debito comune». E spezza una lancia sul Superbonus: «L’intuizione era buona»

È iniziata la seconda edizione del Festival di Open. Una tre giorni che dal 20 al 22 settembre, a Parma, vedrà alternarsi sul palco di piazza Garibaldi politici, artisti e attori della società che dibatteranno sulle «sfide del futuro». Il primo ospite di oggi è il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Intervistato, in collegamento, dal direttore di Open, Franco Bechis, e dall’editore Enrico Mentana, l’esponente del governo Meloni fa un commento sui dati Istat: «Sappiamo che tutti gli istituti statistici europei fanno, in questo periodo, una revisione del Pil. Ci sarà una correzione al rialzo, ma non sarà questa la soluzione dei problemi». Il tema è caldo perché il governo, in queste settimane, sta approntando la legge di Bilancio per il 2025. «Tesoretti non ce ne sono. Siamo impegnati nella missione di risanare la finanza pubblica, dopo anni in cui l’indebitamento è andato alle stelle. Lo scopo è quello di raggiungere il pareggio di bilancio primario», ovvero la differenza tra le entrate e le spese delle amministrazioni pubbliche, escluse le spese per interessi. «Questo governo ha l’obiettivo del pareggio di bilancio, scorporando ovviamente la parte di interessi sul debito. E penso ci riusciremo già nel 2024».


Sugli aspetti macroeconomici, «da un lato, facciamo meglio di altri – il riferimento è a Francia e Germania -. È un dato di fatto: l’Italia non può essere sempre sul banco degli imputati. Adesso non passa a fare il pubblico ministero, ma…». D’altro canto, Giorgetti non nasconde che il rallentamento della Germania è preoccupante anche per l’Italia, «perché si riversa anche sulla nostra manifattura». Sulla Manovra in corso di definizione, il ministro dell’Economia anticipa: «Mi sento di dire che noi faremo una legge di Bilancio seria. In questi due anni, il governo ha dimostrato la politica economica seria. Do un indizio: ci saranno le misure tanto positive per le famiglie italiane, soprattutto per quelle a basso reddito». Tra le righe, Giorgetti manifesta l’impegno a «rendere strutturali il taglio del cuneo fiscale e la riduzione delle tre aliquote».


Superbonus: «Intuizione giusta, modalità sbagliata»

A sorpresa, dopo anni di pesanti polemiche contro il governo Conte II e poi con il Movimento cinque stelle dice parole non tutte negative in materia di Superbonus: «L’intuizione di intervenire nel settore dell’edilizia per riavviare un’economia in stato comatoso è stata giusta. La modalità è stata sbagliata. Al netto della percentuale del 110%, che ho avuto persino difficoltà a spiegarlo ai miei colleghi europei, quella misura doveva essere riservata esclusivamente alla prima casa di abitazione. In secondo luogo, doveva riguardare solo i redditi bassi e medi. Estesa a tutti ha prodotto che tanti nostri amici, delle banche, amici di ingegneri, hanno ristrutturato la casa al mare, prima di chi ne aveva davvero bisogno». Una battuta che ha raccolto l’applauso del pubblico in piazza Garibaldi.

Scetticismo sulle possibilità che si ricorra di nuovo al debito comune europeo

Nel futuro, come invece fatto per il Next Generation EU, secondo il ministro Giorgetti è difficile pensare a un nuovo debito comune europeo. Il riferimento è anche al rapporto presentato al Parlamento europeo da Mario Draghi. «Prima di tutto bisogna evitare che i capitali europei vadano da altre parti. Centinaia di miliardi di risparmio europeo vengono messi in altri continenti. Secondo me dovremmo sviluppare tantissimo il sistema delle garanzie pubbliche. Lo Stato non può mettere direttamente soldi, ma può prevedere delle garanzie sulle risorse private». La chiave è «muovere i capitali privati, senza attingere alle finanze pubbliche». Tornando sul debito pubblico europeo, «ogni qualvolta che ho proposto a condizioni invariate semplicemente la proroga di un anno per utilizzare il Pnrr – spostare la scadenza dal 2026 al 2027 -, è partita la batteria in Ecofin, con il ministro tedesco, il ministro svedese, il ministro finlandese che si oppongono. In questa situazione, sarei scettico su un debito pubblico europeo».

Dunque, in questo scenario, il piano Draghi non può essere preso in considerazione? «La politica è soprattutto decisione. Non credo sia semplicissimo decidere in questo senso in Europa. Anche per il sistema di regole». Infine, una battuta sul rapporto con Umberto Bossi, che ieri – 19 settembre – ha festeggiato il suo 83esimo compleanno. «Con Umberto si può parlare di politica al confine con la filosofia, che è una cosa bellissima. »

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