Festival di Open, Gratteri: «Le mafie si sono spostate su TikTok per parlare ai giovani» – Il video

Il procuratore di Napoli all’evento in programma in piazza Garibaldi a Parma dal 20 al 22 settembre

«Quando i giovani si sono spostati su TikTok, così hanno fatto le mafie. Perché i giovani sono la fascia sociale che ha meno soldi ma che consuma di più. Come le aziende si spostano, fanno pubblicità sui giovani, così le mafie li hanno “inseguiti” su TikTok. Soprattutto quelli non strutturati, quelli emarginati, magari con i genitori in carcere, cresciuti sulla strada. E così diventano facili prede». Così il procuratore di Napoli Nicola Gratteri intervistato dalla vicedirettrice Sara Menafra sul palco del Festival di Open in programma a Parma dal 20 al 22 settembre. «Tutti sono responsabili del disastro normativo giudiziario», ha aggiunto il magistrato.


Abuso d’ufficio: «Il 95% assolto? Un dato fuorviante»

«L’abuso d’ufficio è un favore ai raccomandati. Parliamo di numeri. La giustificazione della sua abolizione è che ci sono poche condanne, 4 mila. Il 95% assolto? È un dato fuorviante», spiega Gratteri. Il procuratore illustra quindi tutto il procedimento che un magistrato deve svolgere con una notizia di reato, tuttavia se poi non c’è nulla «io procuratore chiedo l’archiviazione. Allora non si può dire che è stato assolto se non c’è udienza, se non si è andati a processo». Il reato di abuso d’ufficio è stato modificato tre volte fino alla sua abolizione con il governo Meloni. Seguendo lo stesso ragionamento dell’esecutivo, secondo il procuratore, anche il reato di rave party andrebbe eliminato perché «non mi pare che ci siano stati».

Sul costo delle intercettazioni

Il procuratore di Napoli ha continuato il dibattito a distanza con il ministro della Giustizia Carlo Nordio sul tema delle intercettazioni. «Nordio ha detto che le intercettazioni costano troppo, ma ha approvato il nuovo listino prezzi. Se era contro perché l’ha fatto?». Precisa infatti prendendo dalla tasca il suo cellulare: «Il costo per intercettare questo telefono è 3 euro al giorno, 2 caffè. Il totale del costo delle intercettazioni in Italia è di 170 milioni di euro», spiega Gratteri. La spesa però ha un ritorno economico: «Ogni anno a Napoli spendiamo 5 milioni e mezzo di intercettazioni e abbiamo acquisito beni pari a 280 milioni di euro». Il procuratore scende poi nel merito delle contestazioni di Nordio secondo cui il freno alle loro pubblicazioni va imposto per evitare «sputtanamenti». Ma la stretta voluta dal governo per Gratteri è già superflua perché «con la riforma Orlando non si possono riportare intercettazioni che riguardano la vita privata di un imputato». E poi arriva l’affondo sull’opzione di aumentare i pedinamenti: «Se nel 2010 sono stati bloccati i concorsi dove sono le forze dell’ordine per fare i pedinamenti? Chi mi devo pedinare se i reati si commettono con un telefono?».

«Governo non parli di amnistia o i carcerati impazziscono»

Cosa ne pensa Gratteri della giustizia minorile? «Si fa poco sui detenuti minorenni e comunque per i detenuti nelle carceri. Purtroppo, le carceri sono dei contenitori, la situazione è quasi fuori controllo perché c’è una responsabilità della situazione carceraria che si trascinano da decenni. Oggi la situazione si è aggravata». Le soluzioni però non possono essere, come pensa il governo, «l’amnistia e l’indulto. Io sono contrario e fanno male a parlarne e i detenuti impazziscono. Non si può pensare all’amnistia o all’indulto come soluzioni per l’affollamento delle carceri». Quindi un primo intervento potrebbe essere quello di limitare il carcere per i tossicodipendenti: «Ci sono migliaia di ragazzi nelle carceri di tossicodipendenti. Inutile chiuderli in carcere, loro usciranno a faranno una rapina per comprarsi la droga. Un detenuto costa in carcere 180 euro al giorno. In una comunità terapeutica 60 euro al giorno, Bisogna fare un accordo con il giudice di sorveglianza e fare degli accordi con ogni Asp. Con il costo di un detenuto in carcere ne mantieni tre in una comunità. Anche se solo il 50% riesce a disintossicarsi. In questo modo abbiamo risolto problema del sovraffollamento».

La differenza tra ‘Ndrangheta e Camorra

Gratteri non ha ancora mai visto Napoli, nonostante sia il procuratore in quella città. Ma la situazione di pericolo che corre in ogni momento non gli permette spostamenti non concordati o liberi. Il 20 ottobre sarà un anno dal suo insediamento ma può già tirare un bilancio della sua conoscenza del territorio rispetto all’esperienza alla procura di Catanzaro: «La ‘Ndrangheta è una mafia più dura, più asciutta, più chiusa. La Camorra ha invece maglie larghe e poi ce ne sono di 3 tipi di camorre: tipo 2 persone che vanno in una piazza e sparano ad altezza uomo. In Calabria non sarebbe mai successo perché la ‘Ndrangheta ha puntato sempre sul consenso popolare. Paura ma non terrore. Poi c’è una camorra molto forte nell’imprenditoria, nella falsificazione. E poi una molto evoluta nel dark web».

Sui detenuti con problemi mentali e sulle madri in carcere

«Nelle carceri ci sono centinaia di malati di mente. Ristrutturiamo le ville e i parchi dei detenuti di mafia, così li curiamo», sostiene il procuratore. Sulla detenzione delle madri in carcere Gratteri ha un’idea tutta sua: «Prevale sempre l’interesse del bambino, certo molte donne ci marciano. Molte sono spregiudicate, sono furbe, in modo scientifico e sfrontato commettono un reato e si fanno forti della loro condizione di mamme». Mentre sulla riforma Cartabia che sostiene l’uso della messa alla prova dichiara: «Sono favorevole alla messa alla prova, ma contrario agli automatismi. Io penso che sia necessario prima un colloquio con uno psicologo, un interrogatorio con un giudice di sorveglianza per capire se le intenzioni siano serie. Non facciamo però i furbi e non usiamo le scorciatoie per eliminare il sovraffollamento».

Sulla leggenda di Gratteri “manettaro”: «Sto facendo una raccolta per smentire tutto»

«Sto facendo una raccolta che dimostra che questa notizia è falsa e ho un documento che testimonia che sotto Gratteri non c’è stata neanche un’ingiusta detenzione», annuncia il procuratore. Le critiche al suo operatore per Gratteri rientrano in una precisa mossa di chi detiene il potere: «Siccome Gratteri è un disturbatore se noi riusciamo ad abbattere Gratteri ci viene più facile a noi non essere disturbati».

Se non fosse procuratore: «Mi comprerei una moto»

Se non fosse procuratore con più di un attentato sventato Gratteri si comprerebbe «una motocicletta». Già da piccolo è stato un appassionato di motori: «Facevo anche il meccanico e il carrozziere. Quando si era piccoli bisognava andare dal mastro a imparare un mestiere. Ho fatto anche il calzolaio e il panettiere. Si cresce molto velocemente, si apprende prima la vita». Qualcosa che gli è poi tornato utile nella pratica di procuratore: «Fare il carrozziere mi ha aiutato nel mestiere: quando c’era un incidente dalle ricevute sapevo se erano false o meno».

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