Sanità, le liste d’attesa del Cup bloccate: «Ecco perché non c’è mai posto per le visite»

La testimonianza anonima di un’operatrice telefonica piemontese: «I turni di domenica? Non servono a niente»

La Regione Piemonte ha annunciato che entro la primavera del 2025 rivoluzionerà il sistema di prenotazione del servizio sanitario nazionale. La novità è che verrà introdotta l’intelligenza artificiale, anche se rimane qualche scetticismo a riguardo. «La questione cardine, a mio avviso, è che manca il servizio. E per quanto si lavori a nuovi software, io non credo che saranno capaci di fare miracoli», racconta un’operatrice del call center, che preferisce rimanere anonima, al Corriere di Torino. Per spiegare meglio la situazione, l’operatrice del Cup fa un esempio: «Io amo il Giappone e lì è pieno ovunque di meravigliosi e innovativi distributori automatici di cibo. Se nessuno li rifornisce di panini, restano solo quello che sono: scatole vuote».


Il turno di un centralinista al Cup

L’operatrice del Cup piemontese racconta di lavorare quattro ore al giorno, rispondendo a circa un centinaio di chiamate. Delle telefonate dei pazienti, solo tra il 30 e il 40% si conclude effettivamente con una prenotazione. «Le prestazioni in cui è più difficile trovare uno slot libero? Paradossalmente, le più semplici: le visite oculistiche per esempio. Per non parlare di quelle dermatologiche».


Il servizio inutile della domenica

Al Cup del Piemonte, tra la sede di Torino e quella di Novara, lavorano circa 250 operatori telefonici. «Copriamo tutti i giorni della settimana dalle 8 alle 20, ma la domenica il servizio è sostanzialmente inutile», spiega ancora l’operatrice. Il motivo? «Gli ospedali di certo non aggiornano le agende nel weekend, per cui la percentuale di chi ci contatta e chiude la chiamata senza successo è molto più alta di quel 30-40% che raggiungiamo in settimana».

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