Venezia, il bagnino multato di 1.000 euro per aver salvato una turista: «Si è offerta di pagare per me ma ho rifiutato»
A inizio settembre si è buttato in acqua per salvare una turista in difficoltà che rischiava di affogare, ma per il suo gesto ha ricevuto una multa di 1.032 perché non ha avvisato immediatamente la Capitaneria di Porto. Saverio Amato, bagnino di 44 anni originario della Sicilia e in servizio sul litorale di Venezia, sulla spiaggia di Ca’ Savio, non è ovviamente pentito di quanto ha fatto. La turista straniera di 70 anni a cui ha salvato la vita si è proposta di pagargli la sanzione ma Amato si è rifiutato: «Sia io che i colleghi le abbiamo detto che non esiste. È una questione di principio». È stata la Capitaneria di Porto di Cavallino-Treporti, in provincia di Venezia, a comminargli la multa per non aver segnalato tempestivamente la situazione di grave pericolo alla Guardia costiera chiamando il 1530. «Dovremmo lavorare assieme, non essere nemici», commenta ora al Corriere della Sera, «sono quasi 30 anni che faccio questo lavoro, da 18 anni qui in Veneto. Conosco la professione come le mie tasche eppure io e i miei colleghi non siamo più sereni».
La burocrazia
Amato spiega che il suo lavoro è cambiato e la burocrazia ha complicato enormemente i compiti degli assistenti bagnanti: «Prima di fare una medicazione, un intervento, un salvataggio ci pensiamo due volte. Perché per ogni cosa si può incappare in una sanzione. Io capisco la normativa ma la vita umana viene prima». Quel 3 settembre, racconta il 44enne, «stavamo salvando una persona. Non potevamo permetterci di perdere minuti e secondi preziosi. La situazione era critica perché la signora non era cosciente e aveva bevuto molta acqua. Con il personale sanitario l’abbiamo stabilizzata ed è intervenuto l’elicottero che l’ha quindi trasportata in ospedale». Poi stava per chiamare la Capitaneria ma è stato contattato da loro: «Mi hanno anticipato dicendo che avremmo dovuto contattarli subito dopo la chiamata al 118. Abbiamo cercato di spiegare le nostre ragioni ma alla fine mi hanno staccato una multa». Non ha ancora deciso se farà ricorso: «Il problema non è tanto economico, per quanto la cifra corrisponda a due terzi del mio stipendio. È più lo schiaffo morale». Ma non ha dubbi: «Se tornassi indietro rifarei mille volte quello che ho fatto».
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