«Ricetta Draghi» e debito pubblico, Salvini: «Sono contrario». Sostegno pieno dal commissario Ue Gentiloni e da Forza Italia

Il leader della lega stronca la proposta di Draghi. Ma la maggioranza non fa fronte unito

Per il leader della Lega Matteo Salvini è un no secco. Per il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, leghista, è un più tiepido «non ci sono le condizioni». La proposta – portata avanti da Mario Draghi nel suo Rapporto sulla competitività europea – di debito comune sembra uno di quei temi di fronte al quale la maggioranza non riesce a fare fronte unito. E che anzi vede manifestarsi posizioni ambigue anche all’interno della medesima forza politica.


Lega

Debito pubblico sì o no? Ad aprire per primo il dibattito è proprio Giorgetti sul palco del Festival di Open. Il ministro non si è sbilanciato, limitandosi a dirsi «piuttosto scettico» sul fatto che l’Europa possa raggiungere un accordo in merito. Ma, al contempo, ha ammesso di aver tentato in passato di battere la strada pur non avendo «grande eco» a livello europeo. E il problema è la «batteria in Ecofin con i ministri svedese, tedesco e finlandese». Che si attiva, ha evidenziato Giorgetti, «ogni qualvolta ho proposto a condizioni invariate e ad ammontare invariato la semplice proroga di un anno della possibilità di utilizzare il Pnrr», dal 2026 al 2027.


Simili aperture, però, non si ravvisano nelle parole del leader leghista e vicepremier Matteo Salvini. Oggi – 21 settembre – un giorno dopo le dichiarazioni di Giorgetti, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ha ribadito il suo fermo “no” sulla questione. «Io sono contrario», ha detto mentre si trovava a un gazebo del partito a Milano. E la motivazione, spiega Salvini, risiede nella crescita economica che il nostro Paese ha registrato negli ultimi mesi: «Il debito comune, con l’Italia che cresce più degli altri Stati, mi sa di “vado a sistemare i problemi degli altri”».

Il sì da Gentiloni e FI

Di fronte al Rapporto sulla competitività dell’Ue, la reazione dell’ex premier e commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni è di segno opposto. «Il report di Mario Draghi – il terzo realizzato da un ex Presidente del Consiglio italiano – è una sveglia, un grido d’urgenza. Non possiamo permetterci che un altro rapporto finisca nel solito cassetto. Sarebbe gravissimo», ha detto Gentiloni al Festival di Open. «Non è possibile affrontare le competizioni rinchiusi nella propria realtà nazionale», ha aggiunto. Nel lavoro presentato da Draghi alla Commissione europea, viene chiaramente evidenziato quanto l’Italia sia rimasta indietro rispetto a Stati Uniti e Cina, in particolare riguardo alla «nuova frontiera dell’innovazione tecnologica». Per affrontare questa sfida, conclude Gentiloni, c’è bisogno di stare uniti: «Quanto possiamo andare avanti se non ci mettiamo insieme in questa sfida della competitività? Se non facciamo debito comune?».

Ma – tornando alla maggioranza – se dalla Lega arrivano un no e dello scetticismo, Forza Italia invece esprime una promozione piena per la ricetta Draghi. «Ognuno è assolutamente libero di esporre le proprie ragioni. Noi siamo favorevoli a regole di maggiore coesione», ha detto il senatore azzurro Maurizo Gasparri, commentando le parole di Salvini. Il problema, come sottolineato anche da Gasparri, è il confronto con le superpotenze mondiali. «L’Europa deve trovare una sua coesione per avere un futuro: una ricerca comune, una difesa comune, regole fiscali e bancarie comuni. Altrimenti non riuscirà mai a mantenere il passo». E chiosa: «Dobbiamo affrontare una sfida epica sulla quale non c’è da litigare o da dividersi. C’è da trovare una strada da seguire».

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