Festival di Open, Mara Maionchi: «Ero temuta dai cantanti, ma la musica è una cosa seria» – Il video
Qual è il segreto per scrivere indelebili pagine di storia della musica italiana? Una domanda alla quale hanno risposto Mara Maionchi e Alberto Salerno, ospiti durante il Festival di Open di una puntata live de Lo Stagista, il podcast condotto da Filippo Grondona che indaga i segreti dei più svariati mestieri. Lei può vantarsi di aver scoperto artisti giganteschi come Gianna Nannini, Umberto Tozzi, Renzo Arbore, Mango e Tiziano Ferro. Lui invece è un autore, un cosiddetto paroliere, con un curriculum di tutto rispetto. Portano la sua firma infatti brani entrati nella storia della nostra musica leggera come Io vagabondo, incisa dai Nomadi, Terra promessa di Eros Ramazzotti, Lei verrà di Mango, Donne di Zucchero e Senza pietà di Anna Oxa.
Una vita insieme
«Stiamo insieme da 48 anni, abbiamo fatto fatica, non bisogna illudersi, però fa anche piacere. Io ho sempre pensato che Alberto fosse un bravo autore», dice Mara Maionchi. «Io ho sempre pensato che Mara fosse una grande discografica. Lei era nel nostro ambiente una promoter di primo livello, spiccava per la sua personalità, io la stimavo», risponde il marito, che prosegue però raccontando quando si ritrovò ad essere un autore che alla propria direttrice artistica, proprio Maionchi, doveva dare conto: «Nel caso di Mango, per esempio, io ero produttore e autore, lei direttrice artistica. Ci portavamo a casa delle liti assurde, una volta litigando abbiamo lasciato due carrelli pieni di spesa al supermercato».
La temibile Mara
Uno dei segreti dello strepitoso successo di Mara Maionchi è certamente la costanza, l’impegno. Durante il panel racconta, per esempio, al conduttore Filippo Grondona, quella volta che il direttore di Oggi non voleva proprio fare una copertina del proprio giornale con Ornella Vanoni perché, diceva, era troppo antipatica. Maionchi si trasferì per tre giorni davanti alla porta del suo ufficio finché il direttore, stremato, pur di togliersela di torno, accettò. «Ero temuta solo dai cantanti, ma perché devono capire che fanno un mestiere per cui devono essere seri nell’approcciarsi a questa cosa. Se tu intendi percorrere una strada devi essere serio, ho sempre ritenuto fosse molto importante essere seri e lavorare. Qualche capriccio lo puoi fare passare, basta che non diventi una rottura di balle tremenda, le persone adulte non fanno i capricci. È molto importante che un ragazzo studi, si interessi di quello che vuole fare. Non nasce a caso un artista, è dopo un serio lavoro che nasce un artista, uno di quelli che dura negli anni, che fa una lunga carriera. La scelta è seria, non è un gioco».
Donne
Ben 48 anni insieme e solo un verso dedicato da Alberto Salerno alla moglie Mara Maionchi, un verso contenuto in Donne, brano cantato da Zucchero. Ecco cosa racconta l’autore: «Ci sono canzoni che nascono in quindici minuti, altre in quattro/cinque giorni, mai di più. Per esempio Donne c’ho messo quindici minuti, ora Zucchero non vuole più cantarla perché dice che gli da fastidio cantare “dududu”». Ma la canzone, strepitoso successo a parte, resta importante perché quella donna «controcorrente» era proprio Mara Maionchi.
X Factor
Impossibile negare che il successo nel proscenio dello showbiz musicale è arrivato quando Mara Maionchi viene scelta come giudice di X Factor. «Per tanti anni ho avuto delle soddisfazioni e di questo ringrazio il padre eterno – racconta – perché non è detto che vada sempre così. X Factor è stata un’occasione». «Ero preoccupatissimo – ricorda Alberto Salerno – fare la tv non è facile. “Come puoi essere in grado di fare la tv? Sono impazziti” le dicevo. Invece dopo un paio di puntate c’ho creduto, è proprio forte». Il segreto? Semplice: «Facevo in tv quello che facevo nella vita».
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