Festival di Open, Paolo Gentiloni: «I parlamentari italiani farebbero bene a votare Fitto» – Il video

Le parole a Open del commissario europeo per gli Affari Economici: «Con l’Ucraina si lavora a delle trattative»

Debito comune europeo ma anche un rapporto, quello dell’ex premier ed presidente della Bce Mario Draghi, da non lasciare nel cassetto. Paolo Gentiloni, commissario europeo per gli Affari Economici al Festival di Open, intervistato dalla vicedirettrice di Open Sara Menafra fa il punto della situazione a Bruxelles. E proprio sul rapporto Draghi dichiara: «Questi rapporti tendono a finire in un cassetto. Sarebbe un errore gravissimo. Il rapporto Draghi è proprio una sveglia, un grido di urgenza, è dire “signori negli ultimi 20 anni l’Ue nei confronti di USA e Cina ha perso terreno. Un esempio che ha colpito è se si guardano le imprese europee con capitalizzazioni di almeno 100 miliardi, nessuna impresa è nata negli ultimi 50 anni». E ancora: «Non puoi lasciare a metà la costruzione dell’Unione europea. Non possiamo permetterci un altro rapporto nel cassetto». La segretaria del Pd Elly Schlein? Per Gentiloni quel rapporto su di lei ha avuto una impressione positiva: «Mette un punto fra chi crede il progetto europeo e chi no. Quelli che non ci credono proponevano di uscire dall’Ue ora non dicono più non usciamo ma dicono ridiamo potere ai governi nazionali».


«Sull’Ucraina c’è chi lavora per delle trattative»

«Difendo la commissione von der Leyen, la commissione ha fatto un buon lavoro. Nei 4,5 anni alle spalle c’è stata una straordinaria risposta dell’Ue nella pandemia. Noi a Bruxelles abbiamo negoziato e distribuito tutti i vaccini nei paesi europei. E poi pensate a cosa sarebbe successo senza Next generation UE». Ma aggiunge una cosa, una pecca: «Ero ministro degli Esteri quando ci fu l’annessione della Crimea da parte della Russia. L’Unione europea e l’Italia ebbero una risposta debole. Se avessimo reagito con più forza 10 anni fa forse Putin non si sarebbe messo in testa di invadere l’Ucraina. Non dico viva la commissione europea uscente ma è la struttura della commissione che è fatta così con un modello francese e non tedesco. La decisione è molto collegiale». Ha mai alzato la voce con von der Leyen? «Io non alzo la voce mai, per litigare non serve tanto il tono della voce. Quello che conta in politica sono le persone e il paese che rappresentano. Si può esser degli ottimi patrioti italiani e degli ottimi patrioti europei, senza entrare in contraddizione». Insomma dobbiamo tenere «l’Ucraina in equilibrio con la Russia».


«I parlamentari italiani farebbero bene a votare Fitto»

«Penso che i parlamentari italiani farebbero bene a votare un candidato italiano», spiega in merito alla nomina di Raffaelle Fitto nella nuova Commissione europea. Gli europarlamentari «faranno le loro valutazioni, ma penso sia ragionevole far prevalere questo aspetto, a meno che le risposte non siano molto negative», ha aggiunto Gentiloni. E ricorda: «Il presidente Silvio Berlusconi, che all’epoca era deputato europeo, venne personalmente ad assistere e mi fece un sacco di complimenti. Sicuramente quindi «c’è un fair play internazionale in questi incarichi europei», sostiene Gentiloni. Dall’altra parte “penso facciano bene i partiti europei che hanno votato Von der Leyen, e si trovano un vicepresidente di un gruppo che non l’ha sostenuta, a sollevare dubbi e problemi politici». 

«La risoluzione dell’Ucraina mette dei paletti, C’è chi lavora ad una trattativa»

Sulla risoluzione del PE che permette agli Stati membri di autorizzare l’Ucraina a colpire in territorio russo spiega: «Questa risoluzione mette dei limiti. Si riferisce esattamente alle aree vicine al confine dalle quali partono gli attacchi contro l’Ucraina. Il punto è molto semplice. Come si arriva a questa pace? Se l’Ucraina riesce a resistere imponendo a Putin di mettersi al tavolo e arrivare a un accordo». «La tappa successiva se Putin ha la meglio con l’Ucraina sono i paesi legati alla Nato», spiega. «Noi stiamo dando aiuti economici all’Ucraina. Ma è molto dura la situazione forse ne parliamo poco. La Russia ha passato l’estate a martellare tutte le infrastrutture energetiche». «Nel Pd c’è dibattito sull’Ucraina. Io per due mesi faccio il commissario europeo, è un alibi meraviglioso. Ma a me piace che nel Pd ci siano opinioni diverse – spiega Gentiloni – una ricchezza, rinunciarci è l’anticamera dell’indebolimento della famiglia del Partito democratico». E spiega che sull’Ucraina sono in corso dei lavori per raggiungere delle trattative: «Mi risulta che il lavoro sia in corso, ovviamente senza una guida stabile degli Stati uniti è impossibile procedere ma il lavoro è in atto ed è concreto».

Il futuro di Gentiloni, senza fronde

Gentiloni prima dell’intervista con Menafra ha ricordato con Enrico Mentana i suoi esordi da commissario europeo: «La mattina presto ricevo un sms da Matteo Renzi “ore 11, Quirinale”. Da lì sono passati tanti anni. Non vorrei il titolo di ex, le persone che si presentano come ex non mi piacciono. Darò una mano in Europa, alla mia comunità del centro sinistra e siamo giovani Enrico penso di avere un mese più di te». E ancora sul futuro: «Non vorrei contribuire all’entropia del Pd, tutto serve tranne che fare fronda alla leadership. Credo ci sia bisogno di rafforzare nostra credibilità di governo. Se guardiamo i numeri il centro sinistra, l’opposizione ha numeri più forti della maggioranza ma ala somma non fa totale. Questa maggioranza numerica deve darsi una credibilità come alternativa. Su questo voglio dare una mano, non fronde, correnti. Non le ho mai fatte figurati se le faccio ora».

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