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Lecce, bambino di 9 anni arriva in ospedale per una crisi respiratoria e viene dimesso con le ginocchia fratturate. La madre: «Voglio giustizia»

I genitori hanno sporto denuncia contro ignoti. L'episodio al nosocomio della città

Era arrivato all’ospedale di Lecce con una grave crisi respiratoria ed è stato dimesso con le ginocchia fratturate. Questo quanto accaduto a un bambino di 9 anni della provincia pugliese e affetto da una malattia rara. I genitori l’avevano portato per un’insufficienza respiratoria all’ospedale di Gallipoli, ma il piccolo era poi stato trasferito. La madre: «Voglio giustizia». I genitori hanno sporto denuncia contro ignoti.

Il caso

Il loro bambino, come riporta il Corriere, era stato trasportato a Gallipoli in codice rosso. Ma l’ospedale non aveva competenza pediatrica e per questo il bambino di 9 anni era stato trasferito al reparto di rianimazione di Lecce. Lì il piccolo si era stabilizzato: «Stava reagendo bene alle cure. Poi, però, quattro giorni dopo il ricovero ho iniziato a notare che le sue gambine erano gonfie», spiega la madre che dice di averlo fatto notare ai medici e agli infermieri. Per loro però quel gonfiore era dovuto «alla posizione in cui trovava sul letto. Mi ripetevano “Stia tranquilla”, ma più guardavo le ginocchia di mio figlio e più mi convincevo che non fosse normale». Tuttavia i sanitari continuavano a rassicurarla: il figlio non è in grado di parlare e la madre era l’unica che notava la sua espressione di dolore. La verità arriva il 23 agosto con il trasferimento nel reparto di Pediatria poco prima delle dimissioni: «La dottoressa lo ha sottoposto a radiografia e in mezz’ora è arrivato il verdetto: frattura scomposta di entrambe le ginocchia». Da quel giorno il bambino giace ancora ingessato in un letto di ospedale.

La reazione e la denuncia

«Per me è stato uno choc, mi sono sentita male. C’è mancato poco che svenissi», commenta la madre ricordando quei momenti. Ha provato a chiedere spiegazioni, ma niente: «In ospedale si sono scusati per l’accaduto, promettendo che non succederà più. Non è possibile che sia caduto da solo perché mio figlio non si muove. Tutto ciò è assurdo». «Provo tantissima rabbia. Da quando è successo non vivo più nel vedere mio figlio in queste condizioni. Era pronto a cominciare la scuola. Vogliamo sapere cosa è accaduto», spiega la donna che per questo si è rivolta con il marito a un legale, l’avvocato Roberto Stanislao. Oltre alle fratture, i genitori contestano anche la mancata sostituzione della cannula tracheostomica, avvenuta giorni dopo il rientro.

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