«Io, parcheggiatore abusivo da trent’anni: vi spiego come guadagno 1.400 euro al mese esentasse»
Di mestiere fa il parcheggiatore abusivo. Ha 50 anni e ha accumulato un migliaio di multe mai pagate. E lavora in totale dal 1990, ovvero da oltre trent’anni. Oggi il Mattino intervista uno dei più longevi lavoratori della strada napoletani. Seguendolo quando va a prendere monete dai finestrini e accompagnandolo quando è costretto a spostare le auto (che tiene in doppia fila) per consentire a qualcuno di andare via. «Arrivo ad orari prestabiliti, quando so che inizia il movimento. Non vado via finché c’è qualcuno che ha bisogno dei miei servizi (non è un’edulcorazione giornalistica, dice e ripete spesso proprio la parola “servizi”) perché la gente si fida di me. E non manco mai, col sole o con la pioggia, se ci sono 40 gradi o se la temperatura va sottozero, le persone sanno che io ci sarò. E devo esserci. È il mio lavoro».
La malavita
Dice di non essere «uno della malavita: forse il mio lavoro non è in regola con la legge, ma la malavita non c’entra». E smentisce la vulgata secondo la quale la camorra gestisce i posti dei parcheggiatori: «A me non mi hanno mai chiesto soldi e io non pago per stare qua. Certo, di tanto in tanto mi chiedono di intercedere per avere appuntamenti da qualcuno dei tanti professionisti che gravitano attorno alla mia zona e io non mi sono mai tirato indietro. Anche perché so di avere porte aperte. Si tratta di professionisti ai quali, fin da quando avevo sedici anni, garantisco correttezza e puntualità». E spiega l’importanza del suo lavoro: «Quando una persona la incontri tutte le mattine, ti lascia le chiavi della sua macchina perché gli troverai un posto dove quell’auto resterà, vigilata, tutta la giornata, si crea un rapporto stretto. Ci sono persone con le quali ci conosciamo da più di vent’anni, ci chiamiamo per nome. È normale che si crei un legame stretto».
I servizi
Perché, sostiene, «noi offriamo servizi che nessun altro in città è in grado di offrire. Avere la sicurezza di lasciare l’auto senza il dilemma quotidiano del parcheggio, non ha prezzo; vivere con la certezza che nessuno la ruberà o la danneggerà, offre una impagabile serenità. Chi altro si sacrifica per offrire servizi analoghi? Nessuno, ecco perché siamo necessari». Sostiene di guadagnare fino a 1.400 euro al mese «esentasse – spiega con orgoglio – è così che faccio mangiare la mia famiglia». Chiarisce che il mestiere si è imbastardito negli ultimi anni perché lui e gli altri “storici” non taglieggiano, al massimo chiedono «un caffè, con gentilezza». Infine: «Io stesso dico ai miei figli che se un parcheggiatore chiede loro cinque, dieci euro, è meglio pagare senza fare storie. Quelli che fanno così sono violenti, senza legge, senza rispetto. Meglio pagare che rischiare. Ecco, questi soggetti rappresentano il male del nostro mestiere. Prima che arrivassero loro stavamo tutti tranquilli e la gente ci voleva bene».