Il tennista condannato: «Un massaggio e una crema come per Sinner. A lui nulla, a me 4 anni di squalifica»
«Un massaggio e una crema come per Sinner. A uno nulla a me 4 anni di squalifica». Il tennista 26enne Stefano Battaglino è stato bandito per 4 anni dai campi da gioco per essere risultato positivo allo steroide anabolizzante Clostebol. La stessa sostanza che era stata trovata nel campione altoatesino che però era stato scagionato per l’avvenuta contaminazione con il farmaco utilizzato invece dal suo fisioterapista. Le vicende sono molto simili, ma Battaglino non è riuscito a dimostrare lo stesso nesso di causalità e per questo il Tribunale di Arbitrato Sportivo (Tas) ha respinto il suo ricorso e confermato la condanna.
«Il farmaco è lo stesso, come ridotto il quantitativo»
«Il farmaco è lo stesso, come ridotto il quantitativo», spiega Battaglino in un’intervista al Corriere. Il 26enne racconta che al torneo di Casablanca (Marocco), quel 14 settembre 2022, non voleva neanche andarci: «Ero andato in Egitto per farne altri tre, poi avevo trovato voli convenienti e allora mi ero presentato». Il tennista di Alba racconta di aver iniziato a giocare a cinque anni e mezzo e ha avuto anche l’occasione di incontrare Sinner, a Bordighera, quando aveva 20 o 21 anni. Per questo al di là del triste episodio che lo vede coinvolto, chiarisce: «Sono felice per Sinner, cui auguro tutti i successi del mondo; ma per me sono davvero deluso. Come dicono i miei legali, per lo sport sono un appestato».
«Ho fatto qualche partita a padel»
Dopo la condanna Battaglino può giocare solo in campi non affiliati alla federazione «ma al massimo ho fatto qualche partita a padel». Dalla squalifica, lui che è stato al massimo il numero 760 Atp, ha cambiato vita: «Dal febbraio 2023, quando mi hanno sospeso lavoro nell’azienda di famiglia e mi considero fortunato. Per dire, avessi fatto il maestro di tennis, sarei stato rovinato».
«I giudici non hanno idea dei livelli dal numero 250 in giù»
«Io non ho mai preso nulla, neanche integratori», spiega Battaglino. Che avanza anche una critica al mondo del tennis: «Temo che i giudici vivano in un mondo bellissimo, fatto di Us Open e Wimbledon, ma che non abbiano la minima idea dei livelli dal numero 250 in giù». Racconta che: «in quegli ambienti lì vale tutto, il controllo è praticamente nullo, dall’inizio alla fine. Per fare un esempio, solo verso il termine dei processi, dopo infinite mancate risposte dal direttore del torneo, hanno rintracciato il fisioterapista che mi avrebbe accidentalmente contaminato». Il fisioterapista si è anche difeso dicendo «che usa sempre i guanti e che si lava le mani», ma Battaglino si mostra dubbioso: «Andy Roddick ha dichiarato di non aver mai visto un paio di guanti in un torneo. Se lo dice l’ex numero uno…». I rischi di contaminazione spiega il 26enne sono molteplici per un atleta qualsiasi: «Se hai l’allenatore, lo condividi con altri otto atleti, idem il fisioterapista. E poi, le camere insieme agli altri giocatori, i voli notturni, i taxi collettivi per andare al torneo».
«Non ho barato»
Alla domanda se gli manca il tennis, Battaglino risponde: «Dico la verità: sì e no. Anche se la vita che facevo prima mi piaceva tantissimo: 25 tornei all’anno, tra Europa e Nord-Africa, visti i voli meno costosi, che sono 25 settimane fuori di casa. Ma ho avuto la fortuna di poter cambiare». Ciò che gli dà fastidio però è «sapere che qualcuno pensi che sia un “dopato”, cioè che abbia assunto sostanze per barare: non è così, non l’ho mai fatto. E invece, chi non mi conosce, magari legge solo il titolo e spara giudizi. Ma quando racconto l’intera storia, tutti mi dicono che è una follia». Sul futuro non promette nulla, la squalifica infatti scadrà il 31 gennaio 2027: «È una data, che sta lì e basta. Adesso penso alla mia vita, poi si vedrà».
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