Bayesian, la Cnn: «Nel relitto affondato ci sono casseforti con dentro documenti sensibili legati ai servizi segreti occidentali»

Intanto il costruttore chiede un maxi risarcimento all’armatore, ovvero alla vedova di Lynch, per danni di immagine: 222 milioni di euro

I subacquei specializzati impegnati nelle operazioni di recupero del relitto del Bayesian, il superyacht da 40 milioni di dollari affondato al largo della Sicilia ad agosto provocando la morte di 7 persone tra cui il magnate britannico Mike Lynch, chiedono più sorveglianza sul relitto. Il motivo, spiega la Cnn, è che le casseforti a bordo potrebbero contenere dati sensibili per governi stranieri. Ben quattro fonti diverse hanno confermato alla emittente questa circostanza. Si tratta di persone che «hanno familiarità con l’indagine e le operazioni di salvataggio». Sempre secondo quanto riporta un articolo pubblicato sul sito Cnn nel pomeriggio di ieri, i pm italiani che indagano per omicidio colposo e naufragio negligente ritengono che nello yacht possano esserci dati legati a servizi di intelligence occidentali. Lynch aveva delle società che hanno spesso collaborato con servizi di intelligence, tra cui quelli britannici e americani, tra cui l’azienda di sicurezza informatica che aveva fondato, Darktrace.


I costruttori del veliero affondato chiedono maxi risarcimento all’armatore (ovvero la moglie di Lynch)

I costruttori del Bayesian hanno chiesto un indennizzo di 222 milioni di euro all’armatore, per l’affondamento dello yacht battente bandiera britannica colato a picco all’alba del 19 agosto di fronte al porto di Porticello. Ad avanzare la richiesta è The Italian Sea Group, guidata dall’imprenditore Giovanni Costantino che, nel 2021, aveva rilevato il marchio Perini Navi salvandolo dal fallimento. La società, quotata in borsa, ora detiene gli asset del cantiere di Viareggio che, nel 2008, costruì il veliero lungo 56 metri e con un albero maestro da 75 metri in alluminio, il più alto al mondo di questo tipo. Secondo quanto riporta il Giornale di Sicilia il gruppo Tisg ha incaricato lo studio legale BdPmarine&law, rappresentato dall’avvocato Tommaso Bertuccelli, di inviare la richiesta ora finita al Tribunale di Termini Imerese. Una richiesta molto salata: 222 milioni di euro per i danni di immagine legati al naufragio del veliero finora ritenuto inaffondabile. La richiesta di risarcimento è indirizzata alla Revtom Limited con sede nell’isola di Man, amministrata formalmente da Angela Bacares, ovvero la vedova di Lynch, che rappresenterebbe quindi l’armatore e la proprietà del Bayesian responsabile in base al codice della navigazione dei danni provocati dall’equipaggio. La richiesta coinvolge anche gli operatori globali della nautica di lusso, Camper & Nicholsons International, che secondo i legali dei costruttori non hanno scelto un capitano all’altezza della imbarcazione. A essere citati in giudizio, inoltre, ci sarebbero anche i tre componenti dell’equipaggio che sono stati indagati dalla Procura, per omicidio colposo plurimo e naufragio colposo, ovvero il comandante neozelandese James Cutfield, l’ufficiale di macchina Tim Parker Eaton e il marinaio Matthew Griffith che era di guardia in plancia la notte della tragedia.


La famiglia di Lynch: dispiaciuti per la richiesta

Secondo quanto riportano i media britannici la famiglia Lynch è colpita e dispiaciuta dalla richiesta di indennizzo dei costruttori. La famiglia Lynch, contattata dall’ANSA, ha fatto sapere che si astiene dal rilasciare alcun tipo di dichiarazione ufficiale alla stampa, sia locale che internazionale. Nel frattempo, i corpi dell’imprenditore britannico 59enne Mike Lynch e della figlia Hannah di 18 anni, morti nel naufragio insieme ad altri quattro passeggeri e un membro dell’equipaggio, sono stati restituiti alla famiglia in Regno Unito e si attende la data nella quale dovrebbero essere fissati i funerali.

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