Extraprofitti, l’ipotesi sul tavolo: il contributo “solidale” dalle banche dell’1-2% per avere più risorse in legge di Bilancio
Non chiamatela tassa o prelievo una tantum, ma «contributo solidale». L’ipotesi allo studio del governo è quello di un sostegno economico proveniente dalle banche, ma non solo, che negli ultimi 12-24 mesi hanno ottenuto degli extraprofitti. L’esecutivo sta preparando la Legge di Bilancio e si deve confrontare con delle maglie strette come ha riferito il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti durante il suo intervento al Festival di Open. Un ritorno quindi, sotto altre forme, dell’imposta approvata nel 2023 e poi modificata dopo le pressioni di Forza Italia. Sull’ipotesi torna quindi il ministro degli Esteri Antonio Tajani che precisa: «Noi abbiamo detto sempre no alle tasse imposte dall’alto».
L’ipotesi
Ma come dovrebbe funzionare? Nella maggioranza si punta a elaborare un «contributo solidale da costruire insieme» alle banche: sarebbe un prelievo dell’1-2% da calcolare sul profitto degli ultimi 24 mesi. Il prelievo solidale coinvolgerebbe anche altri settori che negli ultimi anni hanno avuto extraprofitti: l’assicurativo e l’energetico.
Tajani: «Non è un prelievo una tantum»
Mentre è in partenza alla volta di New York per la 79esima Assemblea generale dell’Onu, Tajani spiega al Corriere e a Repubblica i piani dell’esecutivo: «Se si può concordare con le banche affinché diano un aiuto, un contributo alle casse dello Stato, è un’altra cosa. Una tassa generalizzata finirebbe per colpire le banche popolari e di credito cooperativo, che erogano prestiti ai cittadini e vanno difese». Il ministro non ha in mente «un prelievo una tantum, le banche stanno studiando soluzioni tecniche che permettano di mettere più fondi nelle casse dello Stato, ad esempio non pretendendo alcuni pagamenti». Inoltre, spiega che sul tema non ci si debba aspettare una crisi di governo: «Se la tensione interna è dire che noi siamo contro la tassa sugli extraprofitti non è tensione».
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