Festival di Open, voto in Emilia-Romagna. Ugolini: «Per anni immobili sul rischio idrogeologico». De Pascale: «Mai più un commissario che non è il presidente»
L’ultima giornata del Festival di Open ospita il primo confronto pubblico tra i candidati alla Regione Emilia-Romagna. Stefano Bonaccini, dopo l’elezione in Europa, ha lasciato in anticipo la presidenza. Così, domenica 17 e lunedì 18 novembre, i cittadini torneranno alle urne per scegliere chi tra Michele De Pascale, per il centrosinistra, ed Elena Ugolini, per il centrodestra, guiderà l’Emilia-Romagna nei prossimi cinque anni. Dopo i ringraziamenti rivolti a entrambi dal direttore Franco Bechis, che ha ricordato come i candidati hanno accettato di partecipare al dibattito nonostante la crisi idrogeologica nel territorio, esordisce De Pascale: «È la prima volta nella storia della Repubblica che, durante un’emergenza, il ministro della Protezione civile – Nello Musumeci, ndr – anziché coordinare i soccorsi fa conferenze stampa per attribuire colpe». L’attuale sindaco di Ravenna incalza: «Il ministro ha ricevuto uno schiaffone incredibile da Giorgia Meloni, che ha detto di finirla con le polemiche e di mettersi al lavoro».
L’alluvione
Prende la parola Ugolini, che premette: «Io non ho nessuna tessera di partito. Mi sono sempre occupata di scuola e ho deciso di entrare nella competizione perché credo che i politici, prima di tutto, dovrebbero prendersi cura dei cittadini». Poi passa all’attacco delle amministrazioni di centrosinistra che hanno governato il territorio: «Qui non ha fatto nulla nessuno. Quando è nata la Regione avevo 11 anni. In questi 54 anni non è stato fatto un piano serio di governo delle acque nella nostra Regione. Non sono stati drenati i letti dei fiumi. I soldi sono arrivati, ma c’è il tema di come sono stati spesi. In questa Regione non possiamo passare dalla siccità all’alluvione senza una manutenzione ordinaria dei fiumi, senza coinvolgere gli agricoltori, che sono i veri custodi del territorio». Fino a oggi, per rispondere alle alluvioni che hanno colpito il territorio negli ultimi 16 mesi, lo Stato ha stanziato 266 milioni di euro. «Una somma non sufficiente», chiosa Bechis.
Il ruolo del commissario
«Spero che il prossimo presidente della Regione sia anche il commissario unico per l’emergenza», tuona De Pascale. «Oggi c’è un rimpallo di responsabilità. Io non ho detto una parola contro Figliuolo in questi giorni, perché durante queste tragedie non si attacca nessuno, nemmeno chi ha la responsabilità commissariale. I soldi di questi anni, non spesi, su cui il centrodestra ha polemizzato, erano per la navigabilità del Po. Basta con le menzogne, non c’entravano niente con l’alluvione». Il rimpallo su quanto accaduto nel passato per la prevenzione dei rischi idrogeologici si trascina a lungo. E la candidata Ugolini insiste sul dare risorse – anche economiche – agli agricoltori affinché possano aiutare l’amministrazione nella lotta al dissesto. «In questi anni abbiamo buttato soldi sul Supebonus 110% e sul Reddito di cittadinanza. Non possiamo essere ipocriti sulle risorse. Ad esempio, a me fa ridere pensare che in Regione c’è chi, a parole, cerca di supportare alcuni settori industriali come il packaging, mentre in Europa vota in modo opposto a ciò che promette in Emilia-Romagna».
La transizione ecologica
«Sui temi energetici difficilmente posso essere accusato di estremismo ideologico», risponde De Pascale. Si parla di green deal. «L’Europa e l’Italia, devono investire tante risorse pubbliche per aiutare le aziende a decarbonizzare. Noi – la sinistra -dobbiamo essere quelli che aiutano il pensionato a cambiare la macchina che sia meno inquinante». Rispetto ad alcuni colleghi della sua area politica, «noi dobbiamo essere ambiziosi ma anche concreti». Interviene Ugolini: «Allora ti invito a votare per me, perché in Europa la tua forza politica non vota in questa direzione». La piazza si accende e De Pascale rilancia: «A differenza tua queste cose non ho iniziato a guardarle negli ultimi giorni. A Ravenna abbiamo progettato un maxi parco eolico in mare, nonostante la gente si lamentasse».
La corsa elettorale
«Spero che i cittadini dell’Emilia-Romagna guardino alla concretezza, piuttosto che all’appartenenza ecologica. Poi, molte persone non vanno a votare o restano indecise fino all’ultimo. Bisogna far capire loro quanto sia decisiva l’amministrazione regionale» per il futuro del nostro territorio. Ugolini fa anche una critica ai precedenti governi di centrosinistra: «Questa Regione ha avuto politiche decise sempre nelle stanze dei partiti. Io sono scesa in campo perché voglio un cambiamento di metodo. Voglio che tutte le politiche prese in Regione abbiano al centro i cittadini. L’Emilia-Romagna è sempre stata governata da una sinistra dirigista che ha preso tutte le decisioni nelle stanze dei partiti». De Pascale, invece, rimarca che «il centrodestra continua a criticare – lo stato di salute della Regione -. Io sono il primo candidato del centrosinistra in questa Regione che non ha mai votato nella Prima Repubblica», per questioni anagrafiche, ovviamente. «Gli elettori che hanno meno di 40 anni votano in maniera diversa, votano i progetti, i candidati, con chi ti accompagni. Teniamo una campagna sulle cose, non sul passato».
Ugolini non rivela per chi ha votato
Il sindaco di Ravenna chiede di far conoscere al pubblico per chi ha espresso la preferenza la rivale del centrodestra: «Io alle Europee non ho votato». Partono i “buu” dalla piazza per Ugolini. «Non ero al mare, mi trovavo all’estero». De Pascale domanda: «E alle Politiche chi hai votato?». Ugolini decide di non rispondere più sul tema, ma sostiene di ricevere in queste settimane di campagna messaggi di persone «che mi dicono che mi voteranno, ma hanno paura a dirlo pubblicamente. Ci sono dei miei collaboratori che hanno avuto degli avvertimenti: all’interno della nostra Regione c’è un intreccio tra economia e politica…». De Pascale: «Sono cose gravi che offendono la dignità dell’Emilia-Romagna». Si rivolge al pubblico in piazza, che propende per lui: «Lasciate parlare, perché queste cose sono gravi e vanno registrate».
La sanità
Quando De Pascale elenca ciò che andrebbe “aggiustato” del sistema sanitario regionale, Ugolini lo punge: «Anche in questo caso ti invito a votare per me. Se vuoi cambiare una cosa che hai governato con il tuo partito fino a oggi, umiliando i professionisti della sanità, un sistema che governate da 54 anni, voglio capire come è possibile darti credito». Pronta la replica del candidato del centrosinistra: «In questo quadro di crollo del sistema sanitario a livello nazionale, io non vedo i nostri cittadini che vanno a curarsi nelle Marche. Io non nego le criticità, ma nemmeno i vostri elettori pensano che la sanità della nostra Regione sia allo sbando». Ugolini: «Io chiedo ai nostri cittadini se chi ha delle problematiche sanitarie, in questo momento, si sente tutelato». De Pascale: «Andiamo comunque meglio di altre Regioni italiane. Ma a noi non basta, vogliamo restare i migliori, non diventare il meno peggio».
Lavoro e famiglia
Si passa alle questioni occupazionali. Per Ugolini è necessario «lavorare su due fronti: il primo, una politica sulla formazione professionale-tecnica. Secondo, delle politiche familiari diverse: casa, scuola, servizi. Soprattutto per quelle persone che hanno degli stipendi medio-bassi, servono servizi che permettano loro di fare famiglia. Quindi, politiche per la casa, politiche per la famiglia e supporto alle aziende grandi, medie e piccole per difendersi dalle minacce che arrivano dall’Estremo Oriente», in termini di competitività. De Pascale, invece, rimarca «l’importanza di un elemento di continuità: il Patto per il lavoro e per il clima. Siamo consapevoli che in questa terra, in termini di risultati economici, è oggettivo che sull’export pro capite, sul numero degli occupati i risultati sono incredibili. Anche per quei settori che erano andati in crisi, come la ceramica».
La carenza di case in affitto
Il sindaco di Ravenna rileva, come esempio, la criticità della filiera della moda e invita a fare un patto tra le grandi imprese e quelle piccole e medie, per sostenere quest’ultime ed evitare le delocalizzazioni. Sulla logistica, «è chiaro che è un settore che avrà un grande spazio nel futuro. Però, per l’occupazione che cresce in questo ambito, abbiamo un depauperamento delle risorse per la piccola produzione e i commercianti locali». Formazione e sostegno alle famiglie sono gli altri punti toccati da De Pascale. Riguardo al tema della casa, «questo Paese ha dimenticato il dramma di chi cerca una casa in affitto. Due infermieri che vincono il concorso all’Asl di Parma, da Lecce, non trovano case in affitto. Dobbiamo pensare a un’edilizia vocata all’affitto».
I flussi migratori
De Pascale chiama di nuovo in causa il governo nazionale: «Dobbiamo pensare alla natalità, sono d’accordo. Ma insieme, dobbiamo parlare dei flussi migratori senza “cattivismo”. Perciò, dobbiamo offrire a chi si vuole integrare un corso di lingua italiana e un corso di formazione professionale. Credo che anche Matteo Piantedosi – anche se non può dirlo – sia d’accordo: è stato un errore mortale, prima di Matteo Salvini e poi di Giorgia Meloni, togliere queste possibilità». Interviene ancora Ugolini: «Oltre al Patto per il clima e per il lavoro, bisogna avere un’attenzione diffusa per la natalità. Quindi facciamo un Patto per la natalità: oggi in Italia, per chi ha uno stipendio medio basso, passare da un figlio a due significa entrare nella soglia di povertà».
La scuola
Ugolini, esperta del mondo scuola, propone: «Al termine delle medie, un ragazzo deve poter scegliere di fare un percorso professionale se vuole. Dal 2003 è stata bloccata questa possibilità: bisogna potenziare la proposta didattica ed educativa anche rivedendo il calendario scolastico. Le madri non possono avere sulle proprie spalle il peso dei figli durante i tre mesi estivi. Il centrosinistra non ha mai candidato una donna in questa Regione». Una sbavatura che De Pascale sottolinea, quella di attribuire solo alle donne la funzione di cura dei figli: «Di estate, oltre alle mamme, c’è bisogno che se ne occupino anche i papà». È stato un fraintendimento: «Sono d’accordo. Ho detto mamma solo perché io sono mamma, ma ci vogliono anche i papà», ribatte Ugolini. E conclude: «Il messaggio è che chi si occupa di bambini, così come degli anziani e dei malati, deve essere aiutato in modo regolare».
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