Festival di Open, Bonelli (Avs): «Per Meloni il Green Deal è un disastro? Mentre lo diceva l’Emilia-Romagna andava sott’acqua» – I video
«La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha detto che la transizione ecologica è un disastro. Ma mentre lo diceva, l’Emilia-Romagna andava sott’acqua». Sono queste le parole del leader di Avs Angelo Bonelli intervistato da Gianluca Brambilla al Festival di Open assieme a Enrico Giovannini, ex ministro delle Infrastrutture e direttore scientifico dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (Asvis) e Davide Panzeri, esperto di politiche europee del think tank per il clima Ecco. Il deputato ha rincarato la dose: «L’Italia è indicata dall’Ipcc come un hotspot climatico, ovvero un territorio dove si verificheranno sempre più eventi estremi, sempre più disastrosi». Dunque, incalza Bonelli, «sarebbero Giorgia Meloni e gli altri partiti che non lo vogliono a dirci cosa dovremmo fare al posto del Green Deal, visto che sono loro a non volerlo».
«Green Deal significa crescita»
I tre ospiti, sotto l’occhio attento del pubblico di Piazza Garibaldi a Parma, concordano su un aspetto: l’ecologia non è il fulcro del Green Deal. A occupare quel posto c’è l’economia. «Io vorrei che tutti quelli che parlano di Green Deal lo leggessero perché non è mai stato un piano ambientalista, ma un piano per spingere il resto del mondo a fare quello che l’Unione Europea si è posta come obiettivo», ha dichiarato Giovanni. La logica che sta dietro al Green Deal è questa: c’è una direzione verso cui ci dobbiamo muovere. «Per questo – illustra l’ex ministro del governo Draghi – le nostre imprese devono essere le prime al mondo ad essere pronte, per avere un vantaggio competitivo. Questo non è un discorso ambientalista, ma un discorso economico».
«I soldi necessari? Non sono spesi, ma investiti»
Il futuro del Green Deal – il pacchetto di norme con cui l’Ue punta a raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050 – è ancora pieno di ostacolo, nonostante la scelta di Ursula von Der Leyen di Teresa Ribera. Se da un lato, la nascente Commissione Europea ha ottenuto l’appoggio dei Verdi, dall’altro, nell’Europarlamento, si è rinforzata la rappresentanza di coloro che vorrebbero smantellare l’ambizioso piano. A questi ultimi risponde Panzeri. L’esperto di politiche europee fa notare che il debito comune auspicato nel rapporto di Mario Draghi può essere la chiave per realizzare gli interventi necessari a decarbonizzare l’economia europea. «I soldi servono, ma non sono spese vuote, sono investimenti».
«Le imprese che investono nella transizione ecologica sono più forti»
«Investimenti che portano posti di lavoro. Con il Green Deal l’economia europea diventa più forte perché usa meglio le risorse. Vuol dire che diventa più efficiente. Senza questi investimenti rimarremo indietro. Non solo dal punto di vista della competitività, ma anche perché dovremo fare i conti con i danni sempre più ingenti degli eventi estremi. Almeno un miliardo di euro, ad esempio, servirà a coprire il disastro dell’alluvione in Emilia Romagna lo scorso anno». Illustra l’esperto: «I dati mostrano che tante imprese italiane già stanno investendo in digitalizzazione e transizione ecologica aumentando la competitività, i profitti l’occupazione, cioè esattamente quello che era previsto fin dall’inizio dal Green Deal». «Le cose vanno fatte ora e non domani. Pensare di poterle fare domani è sbagliato perché se ora le imprese fanno gli investimenti sbagliati, poi fra cinque anni dovranno smantellarli», conclude l’esperto tra gli applausi della piazza.
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