Le polizze obbligatorie per le calamità naturali dividono il governo. Salvini contrario, le perplessità di Tajani: «Per le famiglie devono essere facoltative»

Per il ministro Ciriani «l’Emilia dovrebbe fare mea culpa per le risorse che non ha speso»

Le polizze obbligatorie contro le calamità naturali dividono il governo. Fratelli d’Italia ha presentato un emendamento per rimandare l’obbligo delle imprese ad assicurarsi entro il 31 dicembre di questo anno. Emendamento poi ritirato davanti all’ipotesi di estensione anche sulle case dei privati. Una strada già anticipata dal ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci, che ieri poi ha precisato che per i cittadini almeno all’inizio si tratterà di una scelta «facoltativa». E ora, davanti all’obbligo per le imprese si è sollevata l’obiezione del vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini: «Lo Stato può dare delle indicazioni, questo vale anche per l’assicurazione, può dare un consiglio, però non viviamo in uno Stato etico, dove lo Stato impone, dove lo Stato vieta o obbliga a fare». E anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani, stamane sul Corriere, parla di scelta facoltativa: «Per le famiglie deve essere facoltativa, non obbligatoria. Per le imprese è già in vigore dalla corsa Legge di Bilancio».


«L’Emilia dovrebbe fare mea culpa per le risorse che non ha speso»

Luca Ciriani, ministro per i rapporti con il Parlamento, oggi su La Stampa spiega che «l’Emilia dovrebbe fare mea culpa per le risorse che non ha speso». «Il ministro (Musumeci ndr) ha fatto un discorso più ampio e condivisibile, parlando dei soldi non spesi. Io credo che piuttosto che gridare allo scandalo su un presunto sciacallaggio la Regione Emilia-Romagna debba fare mea culpa non soltanto su come ha
usato o non usato le risorse messe a disposizione, ma anche per la gestione del territorio degli ultimi 30 anni». E ancora: «Io credo che con le alluvioni non si prendono voti, quindi sgombriamo il campo da questo argomento. Le faccio un esempio: nel Friuli Venezia-Giulia, la mia Regione, le opere sono state fatte da amministrazioni di centrodestra e di centrosinistra, anche se spesso non erano popolari e oggi ne
vediamo i risultati: senza queste opere saremmo sotto l’acqua ogni anno».


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