Il bonus di Natale da 100 euro? «Solo ai genitori sposati, esclusi conviventi e separati senza residenza»
Cento euro a Natale, sì, ma non per tutti. Secondo la sociologa Chiara Saraceno l’emendamento del governo al decreto Omnibus presenta molti punti problematici dal punto di vista dell’equità. I 100 euro una tantum sono riservati alle famiglie di lavoratori da 8.500 a 28 mila euro di reddito. Anche se non è ancora chiaro se si tratit di reddito individuale, familiare o di Isee. Ma vengono riservati solo alle famiglie di lavoratori dipendenti. Dai quali vengono escluse le colf. E soprattutto, secondo la prof, i fondi sono riservati solo ai genitori coniugati. Ad esclusione di tutti coloro che sono genitori con figli a carico pur non essendo coniugati o non essendolo più.
La presunta esclusione
Saraceno spiega che il bonus così formulato esclude i genitori soli. Che, se donne, hanno in generale redditi più modesti. E sono a maggior rischio povertà. E anche i separati, che pur non avendo i figli residenti con loro (anche con l’affido congiunto ai figli è assegnata una sola residenza), hanno la responsabilità del loro mantenimento. Esclusi anche madri e padri che vivono insieme senza essere sposati. E quelli che sono in un’unione civile perché fanno parte di una coppia dello stesso sesso che, per legge, non può accedere al matrimonio. L’aggiunta del requisito del matrimonio, secondo la sociologa, «appare un di più ideologico fonte solo di iniquità, anche se si tratta solo di un piccolo una tantum che farà poca differenza nella vita delle persone».