Inchiesta Liguria, Paolo Emilio Signorini torna in libertà: niente incarichi per 12 mesi

L’ex presidente dell’Autorità portuale di Genova era uno degli indagati di spicco nell’indagine della procura di Genova

Paolo Emilio Signorini è di nuovo un uomo libero. L’ex presidente dell’Autorità portuale di Genova era stato arrestato lo scorso maggio nell’ambito dell’inchiesta per corruzione che ha scosso la Liguria e coinvolto, tra gli altri, anche il governatore della regione Giovanni Toti e l’imprenditore portuale Aldo Spinelli. Oggi, lunedì 23 settembre, il giudice Matteo Buffoni ha disposto per Signorini il divieto di esercitare impresa o ricoprire uffici o incarichi direttivi in imprese per i prossimi dodici mesi. Quando è scattato l’arresto, Signorini ricopriva l’incarico di amministratore delegato di Iren, una multiservizi che si occupa di energia elettrica, gas e servizi idrici.


Il carcere, i domiciliari e il patteggiamento

L’ex manager era stato l’unico a finire in cella, dove è rimasto per poco più di due mesi, fino al 16 luglio scorso. Il giudice gli aveva poi concesso i domiciliari, accogliendo la richiesta degli avvocati Enrico e Mario Scopesi. Paolo Emilio Signorini ha scelto di seguire la stessa strada di Spinelli e Toti, vale a dire il patteggiamento. I legali dell’ex ad di Iren hanno concordato con la procura una pena a tre anni e cinque mesi, con la confisca di quasi 104 mila euro. Nel caso dell’ex governatore ligure, il patteggiamento prevede due anni e un mese, convertiti in 1.500 ore di lavori di pubblica utilità. La data per i patteggiamenti, che ancora non è stata decisa, sarà fissata subito dopo le elezioni regionali di fine ottobre in Liguria.


In copertina: Paolo Emilio Signorini, ex presidente del Autorità Portuale di Genova, in una foto d’archivio (ANSA/Luca Zennaro)

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