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Espulso da «Il mondo al contrario», ex militante denuncia i vertici dell’associazione di Vannacci per «violenza privata e minacce»

Querelati vertici mondo al contrario minacce giornalista Belviso
Querelati vertici mondo al contrario minacce giornalista Belviso
L'uomo sarebbe stato raggiunto a casa dal presidente Fabio Filomeni e altri due uomini. L'avrebbero aggredito verbalmente perché colpevole di aver criticato la Lega

Arrivano i primi guai per l’associazione “Il mondo al contrario”, legato al generale Roberto Vannacci. Il giornalista ed editore della rivista Il Corsaro della Sera Marco Belviso ha querelato i vertici del comitato per «violenza privata e minacce». Il presidente dell’organizzazione e tenente colonnello in congedo Fabio Filomeni, il segretario Bruno Spatara e il tesoriere Gianluca Priolo, avrebbero raggiunto ieri 22 settembre Belviso nella sua casa a Udine: sarebbe stato aggredito verbalmente per le sue critiche alla Lega e lo avrebbero informato della sua espulsione dal comitato. Una decisione senza appello. Ma il giornalista chiarisce a Repubblica: «Voglio specificare che, per quanto io ne sappia, Vannacci non è coinvolto in questa storia».

L’incontro a casa

«Ho ricevuto un messaggio da Filomeni che mi diceva “tra venti minuti sono lì”», racconta. Un incontro che si aspettava Belviso dopo alcune sue dichiarazioni critiche nei confronti del Carroccio. «Pensavo che Filomeni, che vive in Toscana, avesse fatto tanta strada per chiarirsi, ero anche uscito a comprare qualche birra», spiega. Ma il giornalista che ha creato anche la sigla “Amici del nord-est per Vannacci”, si è confrontato con una realtà ben diversa. Appena entrano nella sua casa i tre assumono toni e atteggiamenti minacciosi: «Mi hanno detto che dovevo stare zitto, fermo e seduto sul divano».

La lettera di espulsione

Poi esibiscono un foglio con carta intestata del movimento “il Mondo al contrario” dove si parla di una riunione avvenuta a Mestre la mattina di ieri durante la quale il Consiglio di gestione formato proprio da Filomeni, Spatara e Priolo aveva deciso la sua espulsione dal comitato. Belviso è stato messo davanti a un aut aut: «Volevano che lo firmassi, oppure che rinunciassi alla mia attività giornalistica, cosa che non posso fare perché è il mio lavoro, così mi sono rifiutato». Nella lettera si contesta a Belviso di «aver espresso giudizi politici sulla Lega (…) che si ricorda essere il partito nel quale è stato eletto Vannacci». La situazione si sblocca al suono del citofono, i tre quindi se ne vanno mentre ad attenderli in strada c’è un altro uomo in macchina secondo la persona amica che ha raggiunto Belviso a casa.

La replica di Filomeni

Il presidente del comitato Filomeni ha quindi replicato alle contestazioni di Belviso: «La questione sollevata dal dottor Belviso riguardo la sua espulsione dal comitato è contenuta, senz’altro aggiungere, nella lettera a lui diretta e consegnata personalmente», spiega. Missiva recapitata, si legge ancora, «con preavviso, correttezza e rispetto, in quanto coordinatore d’area». Il tenente colonnello in congedo annuncia poi di passare per le vie legali anche lui: «Ci tuteleremo nelle sedi opportune dalle espressioni lesive della onorabilità propria dell’associazione e dei suoi appartenenti pubblicate a margine di questa vicenda».

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