Referendum cittadinanza, il boom di firme manda in tilt il sito del ministero. E il Pd deposita la sua proposta di legge alla Camera

Ius soli e ius scholae, ecco cosa prevede il progetto dem per richiedere la cittadinanza italiana

Il Partito democratico ha depositato una proposta di legge alla Camera per introdurre lo ius soli e lo ius scholae e riformare i criteri per ottenere la cittadinanza. Il provvedimento, che vede come prima firmataria la deputata Ouidad Bakkali, prevede l’introduzione dello ius soli «richiedendo un anno di residenza legale per uno dei due genitori» e dello ius scholae «per i bambini che hanno fatto ingresso in Italia entro i 12 anni e che abbiano frequentato la scuola per 5 anni». In questo computo, precisa la deputata dem all’Ansa, «si inserisce anche la scuola dell’infanzia». La proposta di legge del Pd propone inoltre di ridurre da 10 a 5 gli anni di residenza continuativi richiesti per fare domanda di cittadinanza, allineando così l’Italia alle regole in vigore nella maggior parte degli Stati europei. L’onorevole Bakkali è arrivata in Italia a due anni, ma in base alle regole dello ius sanguinis ha acquisito la cittadinanza solo quando ne aveva 23. «Se ci fosse stato lo ius scholae sarei arrivata molto prima…», commenta la deputata dem.


Il referendum manda in tilt il sito del ministero

E mentre in parlamento si torna a discutere di cittadinanza, il referendum indetto da Più Europa continua a raccogliere firme a ritmi record. Oggi, lunedì 23 settembre, la piattaforma digitale istituita dal ministero della Giustizia per la raccolta delle firme per i referendum è andata in tilt per circa un’ora. Il motivo? Gli oltre 60mila tentativi di accesso in un’ora, che hanno portato a un blocco temporaneo del sistema. Dopo le segnalazioni dei promotori della raccolta firme, il ministero ha escluso che i disservizi fossero dovuti a un tentativo di hackeraggio. Dopo circa un’ora, il sito ha ripreso regolarmente a funzionare. Il referendum – che ad oggi ha raccolto circa 360mila firme – chiede di ridurre da 10 a 5 gli anni di residenza legale necessari per poter avanzare la richiesta di cittadinanza. Una novità che coinvolgerebbe 2,5 milioni di persone in Italia.


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