Alcaraz si lamenta per la «stagione lunga», Sinner risponde: «I tornei sono a scelta, non dobbiamo giocare per forza»

È il secondo scambio a distanza, fuori dal campo, dopo il caso clostebol, per il quale lo spagnolo non aveva speso parole di solidarietà per il collega

Frecciatine a distanza tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, numero 1 e 3 della classifica Atp. Prima amici e poi rivali. E se non amici, almeno avversari con un profondo rispetto reciproco. Ultimamente, però, l’aria si è fatta alquanto tesa. A partire dal caso Clostebol, da cui Sinner è stato scagionato non prima di ricevere velate critiche dal 21enne spagnolo. «Credo in uno sport pulito. Ma se lasciano giocare Jannik Sinner un motivo ci sarà, dicono che sia innocente», aveva commentato Alcaraz. Ora il tema in questione è invece il fitto calendario tennistico.


L’attacco di Carlitos: «Vogliono ucciderci»

Sabato 21 settembre, a seguito della vittoria contro Ben Shelton in Laver Cup – la sfida tra Team Europa e Team Mondo – Carlos Alcaraz aveva denunciato con parole dure la mala organizzazione degli impegni sportivi durante la stagione. «In qualche modo ci uccideranno», ha detto senza usare mezzi termini. «In questa fase molti bravi tennisti rischiano di perdere i loro tornei a causa di infortuni», e ha fatto l’esempio dell’ultimo Us Open in cui è stato sconfitto al secondo turno dall’olandese Botic van de Zandschulp. I numeri effettivamente sono abbastanza impressionanti: a metà settembre Alcaraz è già sceso in campo 50 volte da gennaio, perdendo 9 incontri. «A volte capita che non voglio andare a giocare un torneo. Non voglio mentire, a volte mi sono sentito così. Non mi sento per nulla motivato. Ho già detto che il mio miglior tennis lo gioco quando posso sorridere e divertirmi in campo. È il modo migliore per motivarmi ad andare a giocare un torneo».


La risposta di Sinner: «Possiamo sceglierci i tornei»

A distanza di due giorni è arrivata la risposta di Jannik Sinner, che ha parlato in conferenza stampa alla vigilia del torneo Atp 500 di Pechino. Non diretta, ma il riferimento alle argomentazioni di Alcaraz è evidente. «Il calendario è denso, ci sono tanti tornei», ha ammesso il numero 1 al mondo. Che poi ha smentito le accuse del 21enne: «Noi giocatori possiamo scegliere quali tornei giocare e quali no. Naturalmente abbiamo qualche evento “obbligatorio”, ma non dobbiamo giocare per forza. Se non vuoi giocare un torneo, non ti iscrivi». Anche lui, come Alcaraz, ha portato come esempio la sua esperienza: «L’anno scorso e quest’anno ho saltato alcuni tornei perché volevo allenarmi».

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