La ciclista Alice Toniolli è ancora grave in ospedale. La procura di Treviso chiede la nomina di un curatore per presentare denuncia

Il rischio è che si arrivi all’archiviazione. Per muovere gli ingranaggi della giustizia serve che intervenga la persona offesa. Ma la 19enne non è ancora nelle condizioni di denunciare l’incidente avvenuto il 14 agosto scorso

L’incidente risale al 14 agosto. Durante la prova Donne Open al Circuito dell’Assunta a Ceneda di Vittorio Veneto (Treviso), la ciclista Alice Toniolli, 19 anni, cade e finisce contro un muretto di cemento. Da lì il ricovero in terapia intensiva all’ospedale Ca’ Foncello fino al risveglio dal coma indotto. Ma l’atleta trentina non è ancora nelle condizioni di presentare denuncia per il tremendo incidente. Il pubblico ministero Michele Permunian ha così deciso di chiedere al gip di Treviso la nomina di un curatore speciale tra i due genitori in modo da sporgere querela. Il rischio è che se non si presenta nulla entro il 14 novembre, le indagini non potranno andare avanti. L’ipotesi di reato è di lesioni colpose personali gravissime e al momento ci sono tre indagati.


Le condizioni di Toniolli

A causa dell’incidente, Toniolli non potrebbe più correre in bicicletta. I traumi al viso e al torace sono molto gravi e si teme che le lesioni possano risultare permanenti. La 19enne aveva riportato più lesioni al capo, alcune fratture al costato e ad una gamba oltre a una leggera contusione cervicale. 


Il rischio dell’archiviazione

Gli iscritti nel registro degli indagati sono: Giacomo Salvador, presidente dell’associazione Cicloturistica Vittorio Veneto, Giulio De Nardi e Daniele Borsoi, rispettivamente direttore e vice-direttore della corsa. Una volta venuta meno l’aggravante dell’infortunio sul lavoro, Toniolli ha infatti un accordo dilettantistico con la squadra Top Girls, sarebbe necessario una querela della persona offesa per far andare avanti le indagini. Il rischio è che si arrivi all’archiviazione.

Sotto la lente la messa in sicurezza dell’evento

La Procura di Treviso contesta ai tre indagati la presunta mancata messa in sicurezza del circuito. In particolare, del tratto dove è presente il muretto di cemento dove è andata a sbattere la ciclista. Secondo il pm, scrive il Corriere, l’organizzazione avrebbe dovuto segnalare la struttura e coprirla con materiali di protezione in modo da attutire eventuali cadute come quella che ha visto coinvolta Toniolli.

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