Alluvione Emilia-Romagna. La teoria infondata dell’argine a Villanova rotto di proposito

Secondo chi sostiene la teoria, l’obiettivo sarebbe generare ingenti danni per «far digerire alla popolazione la crisi del cambiamento climatico»

Fango e acqua scorrono impetuosi dalla breccia formatasi nell’argine del fiume Montone, non lontano da Forlì, durante le alluvioni che hanno colpito l’Emilia-Romagna a settembre 2024. Piogge torrenziali si sono abbattute sulla regione durante il passaggio su di essa del ciclone Boris. Perturbazione caratterizzata da una violenza che, da rara, a causa del cambiamento climatico antropogenico, sta diventando sempre più comune. Condividendo il video dell’argine danneggiato, numerosi utenti sui social sostengono che questo sia stato rotto di proposito. Il presunto motivo? Per convincere la popolazione della gravità del cambiamento climatico. Tuttavia, l’argine non è stato rotto di proposito. Vediamo nel dettaglio.

Per chi ha fretta:

  • Il video viene utilizzato per sostenere che la breccia nell’argine sia stata ingrandita di proposito.
  • La stampa locale non riporta la stessa narrazione fornita sui social.
  • Abbiamo contattato la Donati Società Agricola per un commento, che smentisce la narrazione social.
  • I testimoni smentiscono questa tesi imputando la rottura dell’argine a lavori di ricostruzione fatti male nel dicembre del 2023, dopo le esondazioni di quell’anno.

Analisi

Vediamo lo screenshot di uno dei post oggetto di verifica (qui, qui e qui altri esempi). Nella descrizione si legge: 

Qui hanno mandato un escavatore dalla regione per rompere per bene l’argine…

Si era rotto poco. ( video di Marcello ).

Il loro obiettivo è quello di fare più danni possibili per far digerire alla popolazione la crisi del cambiamento climatico.

Sono disposti a tutto, anche a questo scempio, gli onesti kompagni.

Il luogo mostrato, come indicato anche dall’autore del video, è il punto in cui il fiume Montone ha rotto l’argine, nel Comune di Villanova, in provincia di Forlì-Cesena. La corrente di acqua e fango, uscita dal letto del fiume, ha invaso i campi della Società Agricola Donati, i cui terreni erano già stati allagati nel maggio del 2023.

La fonte: Databaseitalia

Il testo del post coincide con quello pubblicato il 20 settembre 2024 nel canale Telegram di Databaseitalia:

Gli argini rotti nello stesso punto del 2023

L’avvenimento risulta ben documentato dalla stampa locale, ad esempio sul Resto del Carlino e da Forlì Today, che descrive con precisione dove si sono rotti gli argini nel 2024 e nel 2023. Un altro articolo della testata include le dichiarazioni di Antonella Ghirelli, una dei quattro soci della Donati Società Agricola, che riportiamo di seguito.

Non voglio puntare il dito contro nessuno, ma è chiaro che qualcosa durante i lavori fatti nei mesi scorsi non abbia funzionato e che qualcuno non abbia lavorato bene, perché il problema della falla si è ripetuto a distanza di poco tempo. La nostra azienda è coperta di melma e sabbia: tante persone stanno cercando di ripulirla, dandoci un grande aiuto e per fortuna che ci sono loro, perché la Protezione Civile è venuta ieri mattina quando l’abbiamo chiamata dopo la rottura ed è ritornata soltanto alle 17 del giorno successivo per riparare una falla di oltre sette metri che in queste ore ha gettato fuori tantissima acqua.

«L’argine rotto di proposito? Non inventiamo cose»

Contattata da Open, Ghirelli conferma quanto detto a Forlì Today e smentisce che l’argine sia stato rotto di proposito:

Non inventiamo cose. È falso dire che è stato rotto di proposito. L’argine si è rotto a causa di lavori fatti male dopo le alluvioni dello scorso anno. I lavori sono stati fatti a dicembre. Dopo la rottura, questa volta gli escavatori non sono intervenuti immediatamente perché non era possibile. Ci hanno detto perché gli operatori non potevano scendere quando la corrente era così forte.

Perché i fiumi hanno rotto gli argini durante le alluvioni in Emilia Romagna

Mentre questo articolo viene scritto, l’argine risulta riparato seppur ancora coperto da teli plastici allo scopo di compattare il terreno. In queste ore, come già accaduto nel 2023, diversi esperti fanno notare che i lavori di manutenzione in Emilia-Romagna così come in altre regioni vengono svolti in maniera erronea: estirpando completamente la vegetazione che cresce sugli argini che se rimanesse contribuirebbe a compattarli rendendoli più solidi. A monte sussiste un altro problema. In natura i fiumi non sono incanalati, ma lasciati liberi di esondare sui terreni che oggi sono antropizzati da insediamenti umani e colture. Una spiegazione approfondita del fenomeno è fornita da Francesco Comiti, idrologo e geomorfologo fluviale, in un’intervista a Radar Magazine.

Conclusioni

Si sostiene che in Emilia-Romagna l’argine di un fiume sia stato rotto di proposito, per convincere la popolazione della gravità del cambiamento climatico. Ma di ciò non ci sono prove, solo smentite da parte dei testimoni.

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