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Citizen Award 2024, il premio di Elon Musk a Giorgia Meloni: «È ancora più bella dentro che fuori». E lei cita Michael Jackson

24 Settembre 2024 - 04:58 Alessandro D’Amato
giorgia meloni elon musk citizen award 2024
giorgia meloni elon musk citizen award 2024
La premier alla cerimonia di consegna del premio dell'Atlantic Council a New York: «L'Italia sta fermamente con chi difende libertà e sovranità». Il patriottismo e il declino, le bandiere e i troll e l'arma della libertà

«È ancora più bella dentro che fuori». Così Elon Musk ha introdotto scherzosamente la presidente del Consiglio Giorgia Meloni alla cerimonia di consegna del premio Citizen Award 2024 dell’Atlantic Council a New York. «Ha fatto un lavoro incredibile come primo ministro dell’Italia: un record di crescita economica, di occupazione, è incredibile», ha detto poi Musk riferendosi a Meloni. E lei non ha deluso i presenti: «L’Italia sta fermamente con chi difende libertà e sovranità. L’Occidente è più che un luogo fisico, è una civiltà costruita nel corso dei secoli. È un sistema di valori, con le persone al centro, uomini e donne uguali». Poi, a sorpresa, una citazione da Michael Jackson: «Come diceva il mio professore di inglese, il cantante Michael Jackson, inizio da Man in the mirror, dall’uomo allo specchio, “gli chiedo di cambiare i suoi modi”».

Il discorso di Meloni al Citizen Award 2024

Allo stesso modo, spiega Meloni, «dobbiamo iniziare da noi stessi, per sapere chi siamo veramente e rispettarlo, così da poter comprendere e rispettare anche gli altri». Il nemico sono «i regimi autoritari che diffondono l’idea dell’inevitabile declino dell’Occidente. Ma a loro dico chiaramente che lotteremo per i nostri valori». Poi parla della sua filosofia, riecheggiando un po’ parole dette anche da Matteo Renzi: «Come politico, hai fondamentalmente due opzioni: essere un leader o uno che segue, indicare o meno una direzione, agire per il bene del tuo popolo o agire solo guidato dai sondaggi. Ebbene, la mia ambizione è guidare, non seguire». Secondo Meloni «non dovremmo vergognarci di usare e difendere parole e concetti come nazione e patriottismo. Perché significano più di un luogo. Significano uno stato d’animo a cui si appartiene condividendo cultura, tradizioni e valori».

Le bandiere e i troll

E ancora: «Quando vediamo le nostre bandiere, se ci sentiamo orgogliosi, significa che proviamo l’orgoglio di far parte di una comunità, e che siamo pronti a fare la nostra parte per migliorarne le sorti». La premier ha parlato anche di IA: «Nello sviluppo dell’intelligenza artificiale, occorre tentare di governare i suoi rischi perché non intendiamo cedere la nostra libertà in cambio di un maggiore comfort». Poi il sostegno a Kiev: «L’Italia sta fermamente a fianco di coloro che difendono la loro libertà e sovranità. Non solo perché è giusto fare così. Difendiamo l’Ucraina perché abbiamo conosciuto il caos di un mondo dove la legge del più forte prevale». Anche se «un esercito di troll stranieri e maligni e bot è impegnato a manipolare la realtà e a sfruttare le nostre contraddizioni. Ma ai fan dell’autoritarismo dico molto chiaramente che combatteremo e difenderemo i nostri valori, valori ai quali saremo fedeli».

L’arma della libertà

Arriva anche una citazione da Ronald Reagan: «Una volta disse: “Dobbiamo renderci conto che nessun arsenale, o nessuna arma nell’arsenale del mondo, è così formidabile come la volontà e il coraggio morale di uomini e donne liberi. È un’arma che i nostri avversari nel mondo di oggi non hanno”. Non potrei essere più d’accordo». Anche se «il paradosso per cui da una parte l’Occidente guarda se stesso con disprezzo, dall’altra spesso sostiene di essere superiore agli altri». Il risultato, secondo la premier, «è che l’Occidente rischia di diventare un interlocutore meno credibile. Il cosiddetto Sud Globale sta chiedendo più influenza. Nazioni in via di sviluppo che ora si sono in larga parte consolidate stanno collaborando in modo autonomo tra loro. Le autocrazie stanno guadagnando terreno sulle democrazie e rischiamo di sembrare sempre piùcome una fortezza chiusa e autoreferenziale».

Il patriottismo e il declino

«In Italia per invertire questo corso abbiamo deciso di lasciare per esempio il Piano Mattei per l’Africa, un modello di cooperazione basato su un percorso paritario per costruire un nuovo partenariato di lungo termine con i paesi africani», ha aggiunto. Perché «sappiamo come affrontare le sfide impossibili che questa epoca ci pone di fronte solo quando impariamo dalle lezioni del passato». E quindi «combattiamo i trafficanti di esseri umani perché ricordiamo che, secoli fa, lottammo per abolire la schiavitù. Difendiamo la natura e l’uomo, perché sappiamo che senza il lavoro responsabile dell’uomo non è possibile costruire un futuro più sostenibile». Perché «il patriottismo è la migliore risposta al declino. Difendere le nostre radici profonde è la precondizione per raccogliere frutti maturi. Imparare dai nostri errori passati è la precondizione per essere migliori in futuro».

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